"I nubifragi che hanno colpito la
provincia di Salerno hanno provocato un disastro annunciato.
Coldiretti da tempo aveva sollecitato azioni strategiche per il
territorio, anzitutto chiedendo l'accelerazione delle procedure
per l'avvio del progetto Grande fiume Sarno, ancora oggi fermo
tra mille strumentali polemiche e una burocrazia asfissiante".
Interviene così il presidente Coldiretti Salerno, Vittorio
Sangiorgio all'indomani delle emergenze ambientali che hanno
colpito tutta la provincia.
"Non è possibile - rimarca Sangiorgio - che per la firma o
l'assunzione di non responsabilità di qualche burocrate che si
appella a cavilli di carattere normativo, migliaia di imprese
rischiano di andare sott'acqua alla prima ondata di maltempo.
Tra Eboli, Battipaglia e Pontecagnano abbiamo registrato il
maggior utilizzo di risorse comunitarie per investimenti in
agricoltura, investimenti che rischiano di perdersi senza una
adeguata manutenzione del territorio. Siamo pronti ad azioni
civili contro questa burocrazia che frena la crescita della
provincia. Nell'area della Piana del Sele, - aggiunge - avevamo
chiesto al Prefetto di intervenire in deroga per provvedere in
tempi stretti al dragaggio del letto del fiume, con la
sistemazione degli alvei, l'esportazione di eventuale materiale
litoide in eccesso, nel pieno rispetto dell'ambiente e del
territorio, tutelando al contempo l'habitat di fauna e flora,
spazzato puntualmente via con la prima piena".
Sull'attuale situazione, il presidente spiega: "E' gravissima
la situazione nella Piana nella zona a sinistra del fiume Sele
dove sono centinaia le aziende agricole finite sott'acqua. E'
andata meglio, invece, nell'area del destra Sele, mentre ancora
si contano i danni nell'agro sarnese nocerino". "La situazione,
nonostante il forte maltempo, - spiega il presidente del
Consorzio di Bonifica in Destra Sele, Vito Busillo - è stata ben
affrontata nell'area del Destra Sele. In quest'ultimo anno
abbiamo fatto manutenzione lungo 600 km di fossi, collettori e
colatori e per l'ennesima volta siamo riusciti ad evitare una
catastrofe annunciata. E' evidente però, viste le modificazioni
del territorio, con la forte urbanizzazione, la
cementificazione, i 6mila ettari di serre, che esiste un
problema di tenuta infrastrutturale. Auspichiamo un grande
progetto per la Piana del Sele, attraverso l'utilizzo di fondi
europei, che possa mettere definitivamente in sicurezza il
territorio".
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