La morte arriva in autostrada per quattro operai che stavano tornando dall'Irpinia nei loro paesi di origine, nel Napoletano dopo una giornata di lavoro. Sono circa le 18. Il monovolume sul quale si trovano, insieme ad altri quattro colleghi, tutti rimasti feriti, uno in maniera gravissima, viaggia quasi sicuramente a velocità sostenuta sulla A16 Napoli-Bari. La decisione di imboccare lo svincolo di Baiano (Avellino) arriva all'ultimo momento: il monovolume non riesce a seguire la strada, si schianta contro la cuspide che divide la corsia dell'autostrada dallo svincolo; lo abbatte, colpisce la barriera di protezione, tira giù finanche il cartello delle indicazioni stradali e vola via per alcune decine di metri, giù in una scarpata. La scena è drammatica: il monovolume è semidistrutto, irriconoscibile, con i sedili e i pezzi sparsi tutti intorno. Sette operai sono dentro l'abitacolo; uno è fuori. Quattro operai, tutti fra i 34 e i 44 anni, muoiono all'istante; uno viene soccorso con l'elicottero e portato al Caraderelli di Napoli in condizioni gravissime. In serata la Questura di Avellino diffonde la notizia che è deceduto; poco più di un'ora dopo, sempre dalla stessa Questura, arriva la rettifica: l'operaio è gravissimo, ma non è morto. Degli altri tre, due vengono soccorsi e trasportati all'ospedale di Nola (Napoli); l'altro, un uomo di nazionalità rumena, viene ricoverato nell'ospedale di Avellino. Per estrarre i corpi dalle lamiere ridotte a un groviglio inestricabile, i Vigili del fuoco sono costretti a scoperchiare il monovolume. Sul posto intervengono gli agenti della Polizia stradale, coordinati dal Comandante Renato Alfano, e i tecnici della società Autostrade per l'Italia. Lo svincolo viene chiuso per alcune ore per consentire le operazioni di recupero delle salme, che sono complicate e difficili. Per far atterrare l'elicottero viene per qualche minuto chiusa l'autostrada, che viene riaperta subito dopo senza che si formino code. Le indagini non rivelano sull'asfalto segni evidenti di frenata del monovolume. Gli investigatori escludono anche che a causare l'incidente sia stato lo scoppio di uno pneumatico. Gli operai - secondo le testimonianze raccolte sul posto - provenivano da un cantiere in attività in Irpinia e stavano rientrando nei paesi di origine nel Napoletano. Per tutta la serata è proseguita l'attività degli investigatori per la loro identificazione. Una delle vittime - è stato accertato - è di San Felice a Cancello (Caserta). L'incidente è avvenuto in un tratto di autostrada già tristemente noto per un altro drammatico incidente stradale. A non più di 7-8 chilometri dal punto dove oggi hanno perso la vita i cinque operai, nel luglio del 2013, un pullman di pellegrini che rientrava a Pozzuoli (Napoli) da San Giovanni Rotondo (Foggia) volò giù da un viadotto dell'autostrada. Il bilancio di quell'incidente fu terribile: nel volo di quel pullman morirono 40 persone.
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