Fu ucciso, il 30 luglio 1996, dal
fuoco della camorra perché viaggiava a bordo di una vettura
uguale a quella del vero obiettivo, un affiliato a un clan
rivale. Dopo 22 anni, la Squadra Mobile della Questura di
Caserta ha fatto luce sull'uccisione di Vittorio Rega, trovato
agonizzante nelle campagne di Maddaloni e poi morto a causa dei
colpi d'arma fa fuoco alla schiena, al torace e alle gambe.
Malgrado agonizzante, Vittorio, riuscì a riferire l'accaduto
agli agenti. Oggi i poliziotti hanno notificato nelle carceri di
Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e Milano Opera, due ordinanze
d'arresto rispettivamente nei confronti di Antonio Bruno, 61
anni, e Pasquale Cirillo, 47 anni, entrambi ritenuti
appartenenti al clan Belforte di Marcianse. Colui che sarebbe
dovuto morire quel giorno, per mano dei Belforte, Giovanbattista
Tartaglione, storico affiliato al clan rivale dei Piccolo, fu
trovato carbonizzato nelle campagne di Caivano (Napoli), in una
Fiat Punto, due mesi dopo l'assassinio di Vittorio.
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