"Se siamo qui è perché va operata una inversione ad 'u'.
La politica è stata per troppo tempo occasione di arricchimento personale.
Deve
tornare ad essere servizio per la collettività, anche se il
contrasto alle mafie interessa sempre meno, nonostante il
lavoro della Commissione Antimafia". Lo ha detto il senatore
Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare
Antimafia, nel corso della visita effettuata a Casa Don Diana,
bene confiscato situato a Casal di Principe (Caserta).
Ad ascoltarlo i trenta ragazzi e ragazze che hanno aderito al
campo estivo organizzato da Confcooperative nelle Terre di don
Diana, il vescovo di Aversa Angelo Spinillo, il sindaco di Casal
di Principe Renato Natale, il testimone di giustizia Augusto Di
Meo e il coordinatore del Comitato don Peppe Diana, Salvatore
Cuoci.
Morra ha anche manifestato vicinanza e solidarietà per
l'attentato avvenuto (colpi di pistola sparati contro la
porta-finestra del bene confiscato il 2 settembre scorso). "Le
mafie - ha proseguito Morra - si combattono con prevenzione e
repressione, non possiamo prescindere da entrambe la condizioni.
L'esclusione sociale è una delle condizioni che genera
atteggiamenti di anti-Stato". Parlando del campo estivo e delle
tante iniziative sui beni confiscati organizzate nel Casertano
dalla rete di associazioni e coop, Morra ha sottolineato che
queste "sono occasioni nelle quali si può innaffiare nuovamente
la piantina e farla crescere affinché diventi albero. Ma questa
piantina da fastidio a molti. Come diceva Chinnici, la mafia
mira all'accumulazione di capitale. Col denaro si compra tutto,
in epoca medievale era detto lo sterco del diavoli".
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