Massimo De Matteo protagonista al Teatro Augusteo di Napoli in "'Na santarella" di Eduardo Scarpetta, con adattamento e regia di Claudio Di Palma; debutto nazionale venerdì 2 febbraio, in scena fino a domenica 11.
Sul palco anche Giovanni Allocca, Chiara Baffi, Marika De Chiara, Angela De Matteo, Carlo Di Maro, Luciano Giugliano, Valentina Martiniello, Peppe Miale, Sabrina Nastri, Federico Siano.
Le
scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Annamaria Morelli, le
musiche di Paolo Coletta (produzione Ente Teatro Cronaca - Sgat
- Teatro Augusteo).
Protagonista è una donna - interpretata da Angela De Matteo -
che è 'angelo e diavula', timida e timorata di Dio, ma anche
intimamente estrosa e ribelle. Le sue pulsioni latenti diventano
l'occasione per svelare dissonanze interiori e contraddizioni
che animano tutti i personaggi dell'opera, rivelandosi assai più
diffuse di quanto si pensi. In una nota del regista Claudio Di
Palma si afferma: "La Santarella?! Che angelo di figlia! Ma pure
Chesta nun è na femmena, è na diavula. Due pronunciamenti così
contrastanti sulle virtù e i vizi di un'unica persona ci dicono,
fra le altre cose, che Scarpetta ha inteso eleggere la sua
Santarella a simbolo di emblematico dualismo comportamentale.
Una donna timida e timorata di Dio, ma anche intimamente
estrosa, ribelle e volitiva. Le pulsioni latenti di questa
femmena, che è 'angelo e diavula', per Scarpetta sono anche
l'occasione per svelare bipolarismi caratteriali assai più
diffusi. Emblema e cardine di infingimenti e contraddizioni
varie è naturalmente il Felice 'di turno', per l'occasione in
abiti di musicista compositore. Intorno ai due, l'autore
costruisce una rete di umanissimi e anomali figuri, tutti alle
prese con dissonanze interiori mal risolte, con vizi, ipocrisie
e ambizioni nascoste a malapena". Non nasce dramma, neppure di
fronte a spiazzanti fratture psichiche: il teatro di Scarpetta,
implicitamente sensibile agli sdoppiamenti che il Novecento
insinuerà anche negli uomini semplici, si occupa del
ribaltamento categorico del dramma, ossia la comicità. "In
questo senso la costruzione è perfetta e nella nostra lettura
trova collocazione più opportuna proprio nel teatro".
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