"I giovani di oggi sono lontani dal
tema dell'artigianato, sono attratti, affascinati da altre
dimensioni. Il grande sforzo che facciamo è cercare di
avvicinarli, perché una volta che arrivano da noi entrano in un
mondo che li affascina e restituisce loro quel senso di
bellezza, riflessione e calma ignoto a chi media tutto
attraverso i social". Sono le parole di Valter Luca De
Bartolomeis, preside dell'Istituto Giovanni Caselli, la nuova
scuola aperta a Capodimonte che accoglie ragazzi spesso
provenienti da quartieri difficili di Napoli, come Scampia,
Secondigliano e Miano, che spiega così l'importanza della strada
che questi ragazzi stanno percorrendo, quella dell'artigianato e
della tradizione.
"Le espressioni più note al mondo dell'artigianato napoletano
- dice De Bartolomeis - sono proprio quelle della porcellana di
Capodimonte. Noi oggi partiamo da questa storia secolare, una
storia di eccellenza, con l'obiettivo di traghettarla verso il
futuro, con la formazione dei giovani. La scuola Caselli è stata
fondata nel 1961, sviluppando negli anni una sinergia con le
aziende che unisce la filiera produttiva e la formazione. In
particolare, a Capodimonte il focus è sulla porcellana dedicata
alla tavola, che fa parte della tradizione partenopea. Con i
giovani ora guardiamo allo stile contemporaneo, che si realizza
però con la manifattura storica. Insomma, le nuove tecnologie ci
sono, ma non vanno a invadere lo spazio del 'fatto bene a mano',
come solo a Napoli sappiamo fare con la porcellana di
Capodimonte".
Si tratta di un impegno didattico, ma anche sociale, a
beneficio di aree dove l'abbandono scolastico è molto alto,
raggiungendo punte del 30%: "lavoriamo su un territorio -
conferma De Bartolomeis - che ha un luogo magico come
Capodimonte inserito in quartieri con realtà difficili: stiamo
offrendo opportunità di formazione e di lavoro proprio a partire
dai ragazzi di quei quartieri, con l'obiettivo ambizioso di
ridisegnare l'economia e gli equilibri culturali e sociali del
territorio". E il bilancio? "Sta andando bene - risponde De
Bartolomeis - molti di questi ragazzi stanno avendo delle nuove
opportunità. I giovani, in generale, non sono molto vicini al
tema dell'artigianato. Quando cominciano a lavorare con le mani
su un prodotto come la porcellana hanno un momento di
sbandamento, di base non sono attratti. Però col tempo riusciamo
a coinvolgerli, lavoriamo sulle difficoltà di partenza
portandoli anche in giro per il mondo attraverso progetti
Erasmus e collaborazioni con enti esteri. Li portiamo
all'interno delle fabbriche con gli artisti, con i grandi
architetti, con i grandi nomi con cui collaboriamo, e tutto
questo li appassiona".
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