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In 60 pagati meno di 2 euro l'ora, arrestati sei 'caporali'

In 60 pagati meno di 2 euro l'ora, arrestati sei 'caporali'

Operazione dei carabinieri nelle province di Napoli e Caserta

NAPOLI, 20 giugno 2024, 22:49

Redazione ANSA

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Sottoposti a condizioni di lavoro e di vita degradanti, sottopagati, minacciati, anche di morte: per lo sfruttamento di una sessantina di braccianti agricoli extracomunitari sei persone sono state arrestate dai Carabinieri del Comando per la Tutela del lavoro, mentre ad un settimo è stato notificato un obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. L'operazione anticapolarato ha interessato diverse località delle province di Napoli e di Caserta.
    Le indagini hanno restituito uno scenario agghiacciante: i braccianti, pagati meno di 2 euro l'ora, erano costretti a lavorare da un minimo di 11 ore fino ad un massimo di 16; venivano condotti sul luogo di lavoro su mezzi fatiscenti, dove i sedili erano sostituiti da cassette di plastica rovesciate e vivevano in locali fatiscenti, senza servizi igienici. Quando pioveva non potevano interrompere la raccolta e si coprivano con delle buste di plastica.
    Gli indagati sono tutti accusati del reato di intermediazione illecito e sfruttamento del lavoro in agricoltura, in concorso.
    Le indagini dei carabinieri, condotte in collaborazione con i vari reparti territoriali, sono statecoordinate dalla procura di napoli nord, diretta dalla procuratrice Maria Antonietta Troncone.

Le misure cautelari - tre arresti in carcere, tre ai domiciliari e l'obbligo di presentazione alla Pg - costituiscono l'epilogo di una lunga e articolata indagine dei carabinieri del Comando tutela del lavoro che risale all'inizio dell'anno scorso e che si è svolta, nelle fasi ispettive, con la collaborazione dell'Ispettorato nazionale del lavoro e dei mediatori culturali dell'Oim. Secondo l'accusa gli indagati avrebbero "reclutato e impiegato in condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisgono, oltre sessanta lavoratori extracomunitari", quasi tutti indiani, "nella maggior parte dei casi privi di permesso di soggiorno". I braccianti sfruttati, oltre alla retribuzione del tutto "sproporzionata rispetto alla qualità e quantità del lavoro prestato", dovevano subire "reiterate violazioni - affermano gli inquirenti - della normativa relativa all'orario di lavoro, ai periodi di riposo, alla salute, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro" ed erano "costretti a sopportare condizioni di lavoro, metodi di sorveglianza e situazioni alloggiative degradanti, venendo minacciati, in alcuni casi anche di morte, e fatti oggetto di soprusi". I carabinieri hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 200 mila euro nei confronti di un'azienda agricola facente capo a due degli indagati. Sequestrati pur i mezzi utilzzati per il trasporto dei braccianti. Le misure cautelari sono state eseguite, in provincia di Caserta, nel Comune di Villa Literno, e in quella di Napoli nei comuni di Casalnuovo di Napoli e Pollena Trocchia. Un provvediemnto è stato poi notificato ad un indagato già rinchiuso nel carcere di Secondigliano.


   

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