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Scampia saluta le sue vittime, ma tante sedie vuote

Scampia saluta le sue vittime, ma tante sedie vuote

"Troppo caldo, no alle polemiche". Malori e pugni sulle bare ai funerali

NAPOLI, 29 luglio 2024, 19:43

Redazione ANSA

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SCATTIDELGIORNO - RIPRODUZIONE RISERVATA

SCATTIDELGIORNO - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le urla e i pugni sulle bare di chi non si rassegna al distacco squarciano il silenzio di un funerale all'insegna della commozione: Scampia saluta così i suoi morti, Roberto, Margherita e Patrizia, ingoiati una settimana fa dal crollo del ballatoio della Vela Celeste. E non c'è spazio per le polemiche, non oggi che è il giorno del dolore, sebbene lo sguardo non possa fare a meno di cadere sulla piazza e sui suoi vuoti. Tante, troppe, le sedie rimaste libere in uno spazio allestito per ospitare circa duemila persone a sedere e che ne vede in tutto poche centinaia, considerando anche quelle in piedi ai lati della piazza, tutte a caccia di scampoli di ombra. "Solo colpa del caldo - spiegheranno dal Comitato Vele di Scampia - per far sentire la nostra voce c'è la manifestazione in programma domani". Sulla stessa linea gli sfollati che hanno trovato riparo nei locali della vicina università: "Siamo andati in buon numero anche se non tutti - racconta una donna - forse un 50%. Sia perché qualcuno doveva rimanere qua al presidio, sia perché il caldo ha scoraggiato mamme e bambini. E poi è un giorno feriale, c'è chi è andato a lavorare. Tutto qua". Piazza Giovanni Paolo II ricorda scenari da grandi catastrofi: il caldo è di quelli da bollino rosso e gli uomini della Protezione Civile distribuiscono acqua fresca già a partire dalle 8. Ci sono le ambulanze e un gazebo della Croce Rossa per l'assistenza medica. A fine cerimonia si conteranno quattro malori, con una anziana che si sottopone a elettrocardiogramma. Prima del rito un momento di preghiera, alla presenza dei soli familiari delle vittime, nella chiesa della Resurrezione di Scampia. In piazza con le salme di Roberto, Margherita e Patrizia - un poster sulle bare ne ricorda i volti - arrivano anche le istituzioni: dal sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Pina Castiello, in rappresentanza del Governo, al Presidente della Regione De Luca, dal sindaco di Napoli Manfredi alla vicepresidente del Senato Castellone, dal prefetto Michele di Bari all'ex presidente della Camera Roberto Fico, oltre a diversi parlamentari. Il primo ad arrivare per la cerimonia anticipata alle 9, causa le alte temperature, è il sindaco di Napoli. "A fianco al cordoglio - dice, poco prima di partire per Roma per un incontro col ministro Musumeci - c'è l'impegno rinnovato di risolvere definitivamente un problema che è qui da più di 40 anni e dare una prospettiva certa alle famiglie che vivono oggi nelle Vele che debbono avere una soluzione abitativa dignitosa". Sul tavolo la possibilità di rientrare nelle Vele: "E' chiaro - precisa - che dobbiamo pensare ad una prospettiva che sia di medio periodo. Abbiamo stanziato fine a fine anno un milione, se serve ci sarà uno stanziamento successivo. E' possibile che alcune famiglie non abbiano più la possibilità di rientrare". Inizia la cerimonia e una donna viene portata via a braccia. Nella sua omelia il vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, esordisce evocando "l'odore della morte e della paura che pervade le vie di Scampia". Per poi proseguire: "Gli abitanti di Scampia che per già molto tempo hanno subito etichette mediatiche frettolose e generalizzanti, oggi si ritrovano qui per piangere le vittime di un crollo che va ben oltre le macerie di cemento e ferro, assurgendo a simbolo di un crollo sociale che deve essere arginato, evitato, non solo qui ma in tutte le periferie della nostra città". Finita la cerimonia, palloncini bianchi e azzurri volano verso il cielo e un applauso saluta la partenza delle salme. Il quartiere volta pagina e attende novità dall'inchiesta che registra l'acquisizione di nuovi atti amministrativi e politici risalenti ad alcuni anni fa. Perché prima di voltare definitivamente pagina, Scampia dovrà fare ancora i conti col suo passato.

   

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