Sarà il Teatro Elicantropo a
ospitare il debutto a Napoli, giovedì prossimo, 14 novembre ,
allee 20.30 (repliche fino a domenica 17), dello spettacolo
'Netamiau perché sei morta-Ingiunzione a una bambina'
nell'interpretazione e co-direzione di Marco Gobetti, autore del
testo, in scena insieme con Chiara Galliano (voce e
violoncello). Presentato dalla compagnia torinese Lo stagno di
Goethe-ets con il supporto dell'Unione Culturale Franco
Antonicelli, nel testo un uomo che parla a una bambina,
promettendole prodigi meravigliosi, ma lei non può rispondere e
i prodigi si riveleranno terribili.
Una fiaba cruda che si fa satira feroce, sottolineano gli
autori in una nota, "e spinge a riflettere su situazioni
attuali: la strategia della menzogna imperante, i genocidi
subiti usati come carta di credito per commetterne altri,
l'industria della violenza e le guerre sistematiche che riducono
interi popoli a carne da macello, mero fattore di un calcolo
economico e geostrategico".
'Netamiau perché sei morta-Ingiunzione a una bambina' vuole
essere un gesto politico, che usa la poesia per sollecitare un
"pensare largo", motore imprescindibile di azioni consapevoli e
di un vigoroso moto vitale.
"Occorre riflettere lucidamente sul passato e sul presente -
sottolinea Marco Gobetti - per provare a costruire un futuro
migliore per tutte/i. La terra è rotonda e tutto torna a tutti.
E prima o poi a tutti tocca la sorte, la buona e la brutta".
L'allegoria di Netamiau perché sei morta-Ingiunzione a una
bambina, si evidenzia ancora nella nota, "evoca il genocidio ora
palese nella striscia di Gaza e in Cisgiordania, ma lo lega a
doppia mandata al genocidio progressivo (apartheid, distruzione
dell'economia e dei servizi, razionamento di cibo, acqua ed
energia, incarcerazioni arbitrarie e illegali, deportazioni,
"piombi fusi", "margini protettivi" e altri massacri massivi di
civili) perpetrato da Israele in Palestina già nei settant'anni
precedenti il 7 ottobre 2023, e a ogni altro genocidio, commesso
o scongiurabile in futuro, nella storia umana".
La messa in scena ha attraversato e praticato disordini
intelligenti, alla ricerca di un teatro che nasca dagli
incontri, anziché pretendersi compiuto per affrontare incontri.
In questo senso il meccanismo di produzione si è trasformato in
meccanismo esso stesso spettacolare. Come nelle altre
realizzazioni della compagnia Lo stagno di Goethe, anche in
questo allestimento si preferisce alla regia la "direzione", una
direzione intransitiva: dirigersi, non dirigere. La compagnia,
tramite il programma di sala, accompagna ogni replica con
l'invito a sostenere Gazzella onlus, un'associazione che si
occupa di assistenza, cura e riabilitazione dei bambini
palestinesi feriti da armi da guerra, e distribuisce pasti caldi
alla popolazione di Gaza.
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