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Solopaca 1/o comune a riconoscere pratiche agricole identitarie

Solopaca 1/o comune a riconoscere pratiche agricole identitarie

Presidente associazione vignaioli: "Sì alla vite a raggiera"

BENEVENTO, 13 marzo 2025, 13:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Con l'approvazione in Consiglio comunale della delibera relativa al riconoscimento del sistema culturale della 'vite a raggiera' quale pratica agricola identitaria del territorio di Solopaca, nel contesto del paesaggio rurale a carattere tradizionale e storico-culturale del Massiccio del Taburno Camposauro, Solopaca è il primo comune in Campania a riconoscere pratiche agricole identitarie e biodiversità viticola autoctona".

Così Clemente Colella, presidente dell'associazione "Vignaioli di Solopaca", commenta con soddisfazione l'approvazione nel Consiglio comunale di Solopaca della delibera che "rappresenta un elemento importantissimo nelle mani dei viticoltori, un elemento storico culturale che racconta il territorio attraverso varietà autoctone, sistema di allevamento e metodi di coltivazione millenari che costituiscono un unicum insieme alle caratteristiche pedologiche delle terre di Solopaca".
    "In un momento in cui la globalizzazione ha portato sempre di più verso sistemi omologati annullando le tipicità e preferendo una agricoltura industriale che in special modo nelle aree interne ha portato impoverimento e abbandono dei territori, riscoprire e coltivare la propria identità può diventare risorsa e non vincolo vessatorio".
    "La nostra amministrazione comunale retta dal sindaco Pompilio Forgione, in collaborazione con l'associazione Vignaioli - aggiunge il capogruppo della maggioranza in Consiglio comunale Dante Tammaro, con delega all'Agricoltura - ha approvato la delibera con cui, in maniera ufficiale, viene riconosciuta la coltivazione della vite a raggiera come elemento caratterizzante del paesaggio rurale storico del territorio.

Il Consiglio ha ritenuto di istituzionalizzare un lavoro, culminato in una pubblicazione scientifica e che ha visto coinvolti il Crea-ve di Turi, il Cnr, il Ministero dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare e Forestale (MASAF) e la Regione Campania".
   
   

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