Sarà l'arcivescovo emerito di
Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, a presentare, martedì 25e
marzo, alle 17, nella Sala Capitolare del Santuario di Madonna
dell'Arco, a Sant'Anastasia, 'Quanno Dio facette 'o munno, 'a
storia 'e Adammo e Eva e d''a cacciata r''o Paraviso", la
recentissima fatica poetica di Carlo Avvisati, giornalista e
autore.
Edito da Francesco D'Amato, il poemetto rievoca le scene
bibliche dei primi giorni della creazione del mondo
soffermandosi su quella di Adamo e Eva e sulla loro successiva
cacciata dal paradiso.
Nelle cento e più quartine, oltre le tre sestine, di cui una
narrativa, di "Quanno Dio facette 'o munno 'a storia 'e Adammo e
Eva e d''a cacciata r''o Paraviso", Avvisati rilegge, dunque,
il granªde racconto della Genesi rendendolo carnale e
appassionante attraverso l'uso sapiente della lingua
naªpoletana.
Il tutto, nella suggestione scenografica di un
argomento di per sé ostico e complesso in cui Dio è
profondamente umanizzato ed è del tutto diverso da quello stesso
Padreterno che in altri scritti napoletani viene presentato da
grandi autori quali Salvatore Di Giacomo (Lassammo fa a Dio) e
Eduardo De Filippo (Vincenzo De Pretore).
Il Dio di Avvisati è un Creatore che vive un profondo senso di
solitudine, pur essendo in paradiso, cosa che lo induce alla
creazione dell'Uomo.
I versi del poemetto sono scoppiettanti,
sanguigni, descrittivi, melanconici, amorevoli e costruiscono
uno scenario tanto umano quanto fantasioso che partendo dalla
creazione della luce e del buio, dell'acqua e dell'aria passa
attraverso quella di flora e fauna sino a giungere a quella del
primo uomo e della prima donna. Arrivando attraverso la
caratterizzazione del serpente e del furto della mela sino alla
passionale cacciata dal paradiso di Adamo e Eva, messa in atto
da Dio in prima persona, con ovvia e sofferta delusione, senza
intervento dell'Arcangelo.
"Presentare Quanno Dio facette 'o munno, 'a storia 'e Adammo e
Eva e d''a cacciata r''o Paraviso a Madonna dell'Arco - dice
padre Gianpaolo Pagano, priore del Santuario Mariano - è mettere
in conto una riflessione sulla Genesi quanto mai opportuna. Se
poi a condurla è il cardinale Sepe e la lingua di risonanza è il
napoletano, ancora più prezioso è il valore aggiunto al lavoro
di Carlo Avvisati".
"Quanno Dio facette 'o munno - sottolinea il cardinale Sepe
nella sua prefazione - è una sorta di catechesi iniziatica a
misura d'uomo, una fabula che l'uomo comune comprende e sente a
sé vicina, conservando il senso profondo di un esistere che
trova ragione solo nell'affidarsi a Dio. Affidarsi, avere Fede.
L'autore si dimostra abilissimo nel tratteggiare con poche,
efficaci parole che richiamano tutta una secolare tradizione
popolare, il senso di colpa, lo sconcerto di Adamo e la giusta
collera divina: poco aveva chiesto Dio, poco ci chiede, e noi
come allora non siamo capaci di tenere fede ad una promessa. Il
gustoso poemetto induce ad una riflessione sul senso del
peccato, rimandando a Sant'Agostino e alla sua definizione del
Male come allontanamento dal Bene. Adamo, rifiutando il Bene a
sua disposizione, condanna se stesso e l'umanità tutta alla
sofferenza".
Come, difatti, chiosa l'Autore nei versi finali: «Da tanno a mmo
nun ce sta n'ora 'e pace: disgrazie, guerre, 'e mmeglio malatie;
che te vuo' allamentà, t'hê abbraccià 'a croce, t'agliutte 'a
lengua e ppuorte ncuollo 'e guaie».
Al termine della presentazione, che sarà moderata dalla
giornalista Maddalena Venuso, il cardinale Sepe officerà una
Santa Messa nel Santuario in occasione della solennità
dell'Annunciazione.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA