Sono in aumento in Campania i casi
di scompenso cardiaco, patologia cronica, invalidante, prima
causa di morte tra le malattie cardiovascolari a livello
nazionale. I dati del Programma nazionale Esiti 2020
dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari (AGENAS), riferito
al periodo 2012-2019, mostrano che in Campania, in media, la
frequenza di ospedalizzazioni per scompenso cardiaco è
''elevata'' e sebbene i dati di mortalità per scompenso cardiaco
entro i 30 giorni dalla dimissione siano in media con il dato
nazionale, la percentuale di riammissione entro i 30 giorni
dalla dimissione è pari a circa il 14 per cento con grande
eterogeneità tra le province. Numeri in aumento progressivo
soprattutto in considerazione dell'elevata percentuale di
soggetti ad alto rischio cardiovascolare e dell'elevata
prevalenza di cardiopatia ischemica. ''E' una situazione resa
ancora più seria dalle conseguenze legate alla pandemia da Sars
Covid-19 - spiega Franco Guarnaccia, cardiologo e presidente
dell'Associazione regionale cardiologi ambulatoriali Regione
Campania (ARCA) - perché durante la pandemia i ricoveri
ospedalieri per infarto miocardico si sono ridotti fino al 30
per cento come anche le ospedalizzazioni per scompenso cardiaco.
Il fatto che molti pazienti abbiano scelto di rimanere a casa ha
comportato un peggioramento della loro condizione con
conseguenze importanti per tutto il sistema sanitario regionale.
Noi cardiologi ambulatoriali ci troviamo, oggi, a gestire non
solo pazienti scompensati con situazioni cliniche aggravate ma
anche tanti nuovi pazienti, spesso purtroppo anche giovani''. La
patologia è comunemente associata alle persone anziane ma in
Campania si registra un incremento anche nella fascia di età tra
i 45-50 anni. «Questo perché - afferma Guarnaccia - sono stati
misconosciuti i segnali tipici dello scompenso come la dispnea o
fame d'aria, scambiati per sintomi da Sars Covid-19. Ritardi
diagnostici che hanno portato a un aumento dei casi di infarto e
di angina, con danni cardiaci irreversibili anche in pazienti
giovani''. E per sensibilizzare la popolazione, in occasione
della Giornata mondiale del cuore, Novartis promuove, in
collaborazione con ARCA, un progetto di 'medicina di
iniziativa': modello assistenziale di gestione delle malattie
croniche che sia in grado di assumere il bisogno di salute prima
dell'insorgere della malattia o prima che essa si manifesti o si
aggravi, e rallentarne il decorso garantendo al paziente
interventi adeguati e differenziati in rapporto al livello di
rischio. Ruolo centrale è affidato al medico di famiglia
chiamato a prendersi cura in maniera attiva dei pazienti.
Obiettivo dell'iniziativa è avere ''un paziente informato''
perché una persona con scompenso cardiaco, se ben educata e in
possesso delle informazioni corrette sulla sua condizione e
sulle opzioni di trattamento, sviluppa un livello di
consapevolezza che gli consente di autogestire la propria
patologia grazie anche a una maggiore 'adesione' alle terapie
proposte.
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