Preoccupati per il futuro del
centro unico trapianti, scrivono al Presidente della Repubblica.
A Sergio Mattarella i rappresentanti del comitato genitori
bambini trapiantati e trapiantati adulti illustrano le loro
preoccupazioni rispetto alla struttura ospitata presso l'Azienda
dei Colli. Spiegando nella missiva di essere interessati "solo
al buon funzionamento del centro, perché per noi è un'esclusiva
questione di sopravvivenza".
Nella lettera inviata a Mattarella si scrive che "a febbraio è
stato adottato un atto dall'Azienda dei Colli di Napoli (presso
il quale è allocato l'unico centro trapianti di cuore del Sud
peninsulare) che cancella i reparti trapianti previsti
nell'autorizzazione regionale e inaugurati ad aprile 2019. Noi
utenti siamo completamente all'oscuro di quali siano i luoghi, i
percorsi ed i professionisti che si occuperanno di noi malati e
dei nostri cari. Addirittura ci è stato risposto che sono
aspetti che sono regolamentati con note interne: parliamo di un
livello essenziale di assistenza".
A riferire della vicenda è Giuseppe Esposito, paziente del
centro trapianti di cuore che, insieme ad altri pazienti del
comitato, si è rivolto al deputato Francesco Borrelli. Al
parlamentare è giunta una risposta della dg Anna Iervolino che
però, si sottolinea, "non sembra rassicurare i componenti del
comitato perché riferisce collegamenti tra organizzazione del
centro e questioni legate a carrierismi di medici".
I pazienti del centro trapianti di cuore della Campania "sono
vessati dai problemi organizzativi e dalla mancata attuazione di
atti e protocolli ufficiali che garantirebbero la loro
sicurezza. Per questo la nostra preoccupazione aumenta". Ma il
loro sos a Mattarella non è nel merito della vicenda sanitaria,
riguarda "l'atteggiamento delle istituzioni cui si sono
rivolti".
Il Capo dello Stato è chiamato in causa "in qualità di garante
dell'assetto democratico istituzionale" perché, dichiara Nino
Savino, padre di una bambina trapiantata," le istituzioni
dovrebbero garantire i cittadini che segnalano educatamente, con
i documenti, con civiltà le criticità e invece ci trattano come
fantasmi e addirittura dicono che non sono fatti nostri, la
costituzione però dice altro".
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