NAPOLI - "Con le regole non si gioca", è questo lo slogan con cui parte oggi da Napoli la quarta campagna nazionale per informare e sensibilizzare famiglie e giovani sul divieto di gioco in denaro per i minori. La città partenopea è stata scelta perché "costituisce uno dei luoghi simbolo per l'impegno e la lotta contro l'illegalità", spiega Antonio Affinita direttore generale del Moige (il movimento italiano genitori) che promuove e organizza la campagna insieme a Lottomatica e alla Federazione Italiana Tabaccai (Fit). Da stamattina, e poi anche sabato e domenica dalle 9 alle 21, nella centralissima Piazza Trieste e Trento a Napoli c'è lo stand della campagna: all'interno i visitatori possono frequentare un vero e proprio corso interattivo sui computer a disposizione del pubblico, seguito da due test attraverso i quali è possibile valutare la propria conoscenza sul tema del divieto ai minori e la presenza di eventuali comportamenti problematici nei confronti del gioco da parte dei genitori.
"Dopo l'esperienza dello scorso anno nei centri commerciali - spiega Simone Cantagallo, direttore media comunication di Lottomatica - stavolta andiamo nelle piazze di 22 città italiane per aprirci ancora di più al pubblico, proseguendo l'impegno di Lottomatica che come concessionario del gioco da parte dello Stato ha anche il dovere di lavorare affinché vengano rispettate le norme di una legge, quella italiana, che è tra le più ammirate e copiate nel mondo in materia di gioco in denaro". La campagna "18+, con le regole non si gioca" si inserisce in un quadro di lavoro più ampio effettuato da Lottomatica che, spiega Cantagallo, "si basa sulla prevenzione del gioco minorile, del gioco problematico e sul supporto ai giocatori e ai loro familiari. Abbiamo una partership con la Fit e il Moige ma anche con associazioni di esperti e con università ed enti di ricerca, come quello con la Sapienza e Ipsos per il monitoraggio del gioco problematico".
Dal canto suo il Moige punta sulla corretta informazione da parte de genitori, offrendo loro "gli strumenti psicopedagogici e giuridici necessari", spiega Affinita che sottolinea la necessità di unire gli sforzi con altre realtà, come avviene per la campagna partita oggi. "Noi genitori - dice - non possiamo essere soli a combattere il fenomeno, tutti devono fare di più, dalla rete distributiva a quella dei punti vendita in cui si gioca". E la risposta dei tabaccai arriva immediata anche perché, spiega Giovanni Risso, presidente della Fit, "siamo quelli che pagano, perche' le multe e perfino la chiusura del negozio colpiscono le tabaccherie. Per questo, e anche per la vendita delle sigarette, il tabaccaio deve saper distinguere l'età del cliente che ha davanti e se non può verificarla deve chiedere l'esibizione di un documento di identità. Poi, è chiaro, siamo 50.000 e c'è sempre qualche pecora nera".
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