Il 2017 è stato un anno con "un'eccezionale carenza di risorse idriche disponibili, soprattutto in alcune zone del Paese". Così l'Istat in occasione della Giornata mondiale dell'acqua. Secondo l'Istituto "a causa della crisi idrica nei quattro principali bacini idrografici italiani (Po, Adige, Arno e Tevere) le portate medie annue hanno registrato una riduzione media complessiva del 39,6%" rispetto alla media del trentennio 1981-2010; il maggior deficit di precipitazioni "nella seconda metà dell'anno con uno stato sempre 'estremamente secco'".
"Nel 2017 - scrive l'Istat - una famiglia su 10 (10,1%) lamenta irregolarità nel servizio di erogazione dell'acqua nella propria abitazione e circa una su 3 (29,1%) dichiara di non fidarsi a bere l'acqua di rubinetto". "Nel 2016 - prosegue l'Istituto nazionale di statistica - la spesa media mensile delle famiglie per l'acquisto di acqua minerale è pari a 10,75 euro e registra un incremento per il secondo anno consecutivo (+4,7% rispetto al 2015). Parallelamente la spesa media mensile per la fornitura di acqua connessa all'abitazione è di poco superiore, pari a 13,59 euro, l'1,5% in più rispetto al 2015". Nel 2015 "il volume di acqua complessivamente prelevato per uso potabile sul territorio italiano ammonta a 9,49 miliardi di metri cubi. Il 76,3% di questo volume (poco più di sette miliardi di metri cubi) è stato misurato" con strumenti, mentre "il restante 23,7% è stato stimato dai gestori delle fonti". Tra i 28 Paesi dell'Unione europea, conclude l'Istat, "l'Italia ha il maggiore prelievo annuo di acqua per uso potabile pro capite, 156 metri cubi per abitante".