ROMA - In dieci anni in Italia è quasi raddoppiato il territorio a rischio idrogeologico. Lo scrivono in un comunicato congiunto la fondazione Univerde (presieduta da Alfonso Pecoraro Scanio) e Isola della Sostenibilità, evento annuale che raccoglie istituti di ricerca e università, citando dati dell'Ispra, l'istituto di ricerca del Ministero dell'Ambiente. "Da un'analisi dei dati Ispra relativi al 2007 - scrivono i due organismi - il 10% del territorio italiano era interessato da forte criticità idrogeologica, mentre le ultime stime ci dicono che la percentuale delle aree a rischio è quasi raddoppiata (19,4%)".
"La popolazione esposta a rischio frana ammontava a 992.403 abitanti e oggi è passata a 1.247.679 - si legge nel comunicato -, mentre quella esposta a rischio alluvione ha quasi raggiunto i 2 milioni di persone, sia per le frane che per le alluvioni, considerando solo i residenti nelle aree a pericolosità elevata e molto elevata". Si arriva però "a oltre 9 milioni, se si considerano anche gli abitanti che vivono in aree a scenario di pericolosità media e scarsa".
"L'Ispra - prosegue la nota - ha evidenziato un trend positivo degli interventi a mitigazione del rischio idrogeologico solo nel biennio 2007-2008. Dal 2009, invece, gli stessi dati confermano l'assenza di programmazione. Durante la Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici del 2007 si evidenziò come l'anomalia della temperatura media si attestasse allora a +1 grado rispetto al trentennio 1961-1990: in meno di dieci anni è passata a +1,58 gradi, con il 2017 già entrato nella storia per le roventi temperature raggiunte".