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Cop26: Cina, paesi ricchi aiutino la transizione dei poveri

"Prima di stop a carbone, pensare che certi non hanno corrente"

Redazione ANSA ROMA

"In molti paesi in via di sviluppo, non tutti hanno accesso all'elettricità, e la fornitura elettrica non è adeguata. Prima di chiedere a tutti gli stati di cessare l'uso del carbone, bisogna tenere conto della carenza di energia in questi paesi, per garantire la loro sicurezza energetica. Noi incoraggiamo gli stati sviluppati ad essere i primi a cessare l'uso del carbone, mentre forniscono fondi consistenti e sostegno tecnologico e industriale per la transizione energetica dei paesi in via di sviluppo. Abbiamo bisogno di azioni concrete, più che di slogan". Lo ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, nel corso di una conferenza stampa a Pechino, come riferisce il sito del Ministero.

"Ottimizzare la struttura energetica e e ridurre il consumo di carbone è un processo graduale - ha proseguito Zhao -. Le diverse condizioni nazionali, i livelli di sviluppo e lsa dotazione di risorse dei diversi paesi devono essere rispettate". Per il portavoce del ministero degli Esteri, "la transizione verde e a base emissioni è il trend travolgente per il quale tutti i paesi devono lavorare. La Cina dà grande importanza alla transizione energetica. Abbiamo fatto sforzi tremendi per controllare il consumo di carbone e i progetti con questo combustibile, e giochiamo un ruolo importante nel costruire il consenso internazionale su questioni rilevanti".

"Dall'inizio di quest'anno - ha continuato Zhao - il presidente Xi Jinping ha annunciato alla comunità internazionale un insieme di misure politiche che la Cina ha adottato, compreso controllare strettamente le centrali elettriche a carbone, limitare strettamente l'aumento di consumo di carbone nel 14/o Piano quinquennale (2021-2025, n.d.r.) e ridurlo nel 15/o (2026-2030, n.d.r.), sostenere vigorosamente lo sviluppo energetico verde e a basse emissioni dei paesi in via di sviluppo, e cessare di costruire nuove centrali a carbone all'estero".

Alla Cop26 di Glasgow "sono stati fatti progressi positivi", ha detto Zhao, ma "poiché i paesi sviluppati non hanno pienamente risposto a preoccupazioni fondamentali dei paesi in via di sviluppo, come adattamento, finanza e sostegno tecnico, ci sono rammarichi e carenze nella sessione, e la risposta globale al cambiamento climatico affronta ancora molte sfide".

Il portavoce cita fra i successi della Cop26 che "i negoziati sulle linee guida per l'attuazione dell'Accordo di Parigi nei prossimi 6 anni sono stati completati, ed è stato adottato un documento politico finale relativamente equilibrato, il Patto per il clima di Glasgow, insieme con oltre 50 risoluzioni.

Questo ha posto le basi per la piena ed effettiva attuazione dell'Accordo di Parigi".

Per la Cina "la conferenza ha sostenuto il multilateralismo, riaffermato il principio delle responsabilità comuni ma differenziate, e ha aderito agli obiettivi di lungo termine dell'Accordo e a un approccio dal basso verso l'alto. Ha mantenuto la stabilità delle norme internazionali e ha costruito ulteriore consenso internazionale nel promuovere la transizione energetica a basse emissioni".

"In un momento critico in cui i negoziati erano in stallo - ha detto ancora Zhao -, Cina e Stati Uniti hanno diffuso la 'Dichiarazione congiunta di Glasgow su di una migliorata azione climatica negli anni Venti', che ha fornito una soluzione importante per colmare le differenze fra le parti. Con la saggezza e le proposte della Cina, la delegazione cinese ha ha salvaguardato effettivamente il principio di responsabilità comuni ma differenziate e i diritti e gli interessi comuni dei paesi in via di sviluppo, ha giocato un ruolo costruttivo nell'adozione del documento finale e ha mostrato l'immagine della Cina come una potenza responsabile".

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