Tappi al posto delle conchiglie, mozziconi di sigaretta come alghe, cotton fioc a simulare i legnetti di mare. Sulle spiagge di tutto il mondo è questo che si trova, ed è solo una minima parte dei rifiuti che galleggiano in superficie e ricoprono i fondali. Con il ricorrere della Giornata mondiale degli oceani, l'8 giugno, si ripete l'allarme sull'inquinamento.
Allarme a cui risponde una mobilitazione che dalle coste africane a quelle asiatiche, passando per Europa, Americhe e Oceania vede scendere in campo migliaia di volontari per pulire i litorali del Pianeta. L'invito a darsi da fare, ora e tutti i giorni, arriva direttamente dalle Nazioni Unite: oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici entrano ogni anno nei nostri oceani e uccidono centomila animali marini. "Se non cambiamo rotta, presto in mare potrebbe esserci più plastica che pesci. Dobbiamo lavorare individualmente e collettivamente per evitare questa tragedia", sottolinea il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.
"La plastica soffoca corsi d'acqua, danneggia le comunità che dipendono dalla pesca e dal turismo, uccide tartarughe e uccelli, balene e delfini, si fa strada nelle zone più remote della Terra e lungo tutta la catena alimentare", avverte Guterres, che chiama ciascuno a "fare la propria parte" evitando la plastica monouso e dando una mano a ripulire.
La pulizia di spiagge è l'attività più usata ad ogni latitudine per celebrare la Giornata degli oceani. Le iniziative in programma sono centinaia, da Fortaleza in Brasile a Mayo in Irlanda, dalla spiaggia californiana di Santa Monica all'estuario portoghese del fiume Sado, dalle coste di sabbia dorata del Queensland, in Australia, al greco Pireo, dove si bonifica al tramonto. E ancora l'atollo Baa nelle Maldive, le Canarie e il Sudafrica.
In Italia l'Ufficio regionale Unesco per la scienza e la cultura in Europa, con sede a Venezia, ha organizzato un evento che vedrà i volontari impegnati a ripulire laguna e canali. Pescara, Reggio Calabria, Oristano e Palermo sono invece alcune delle città in cui nel weekend si puliranno i litorali insieme al Wwf, che con l'iniziativa "Spiagge Plastic Free" organizza appuntamenti in tutto il mese di giugno. Ma in spiaggia c'è solo una frazione del problema. Mentre la Ong Oceana lancia l'allarme sui rifiuti di plastica in acque profonde anche nel Mediterraneo, Legambiente con l'università di Siena dimostra in uno studio che la plastica galleggiante in mare fa da ricettacolo di sostanze tossiche. Contaminanti, come il mercurio, che rischiano di entrare nella catena alimentare.