È l'analisi contenuta nel dossier 'Mal'Aria di città 2023', presentato a Firenze da Legambiente Toscana in occasione dell'ultima tappa della campagna itinerante 'Clean cities campaign'.
Rispetto all'inquinamento atmosferico nessuno dei capoluoghi
di provincia ha superato i limiti di concentrazione media
annuale di Pm10 nel 2022: tuttavia solo tre capoluoghi -
Livorno, Massa e Siena - sarebbero promossi se domani entrasse
in vigore la direttiva europea con soglia 2021. La città più
distane dal raggiungimento degli obiettivi al 2030, spiega il
report, è appunto Lucca, capoluogo con la concentrazione media
annuale più alta della regione di Pm10. La città dovrebbe
ridurre le concentrazioni del 23%: grandi criticità si
continuano a verificare nella stazione di Capannori.
Problematiche anche a Pistoia e Firenze. Molto distanti dagli
obiettivi per il Pm 2.5 sono Pistoia (41% di riduzione
necessaria) e Prato (-33%), mentre per il biossito di azoto le
città più indietro sono Firenze (-32%), Massa e Pistoia (-25%).
"Nonostante la situazione sul trend decennale appaia in
graduale ma significativo miglioramento - ha dichiarato Fausto
Ferruzza, presidente Legambiente Toscana - non possiamo non
rimarcare la permanenza di situazioni assai critiche, come nella
Piana Lucchese, ancora una volta 'maglia nera' per le
concentrazioni del Pm10. La stazione di Capannori è risultata
fuori legge 12 volte nelle ultime 13 analisi". Da non
sottovalutare infine la situazione rilevata per l'ozono che pare
più diluita nella sua criticità sull'intero territorio
regionale, dalle colline intorno a Firenze fino alla piana
pistoiese, per arrivare addirittura alle campagne pisane". Il
responsabile scientifico nazionale di Legambiente Andrea
Minutolo ha evidenziato che "l'Italia ha al momento attive ben
tre procedure di infrazione per inquinanti come il Pm10, Pm 2.5
e il biossito di azoto".
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