Gli Emirati Arabi potrebbero espellere
presto i pregiudicati italiani considerandoli non più graditi
sulla base di nuove e più stringenti regole interne. A
sostenerlo è un articolo dell'Herald.ie dove si sostiene che
sulla base di nuove regole - che entreranno in vigore dal
prossimo febbraio e che sarebbero state introdotte dagli Emirati
Arabi Uniti per "creare una comunità più sicura" dopo essere
diventati meta di diversi criminali arrivati da Paesi esteri
negli ultimi anni - gli espatriati dovranno provare di non avere
precedenti criminali e i residenti di lunga durata negli EAU che
richiedano un nuovo visto dovranno ora fare richiesta alla
polizia di Dubai o di Abu Dhabi per un certificato. Stando
all'articolo dell'Herald, dunque, ogni espatriato dovrà produrre
questi certificati secondo il nuovo regolamento; i documenti
potranno essere rilasciati dalle forze di polizia, o dalle
autorità dei Paesi di provenienza. Queste novità sono state
introdotta da una risoluzione governativa degli EAU; un comitato
è stato predisposto per gestire il processo. L'agenzia di stampa
WAM ha riportato che nella maggioranza dei casi il documento
sarà ottenuto dalle forze di polizia o dall'autorità governativa
del paese d'origine degli espatriati, o del paese dove sono
vissuti negli ultimi cinque anni. Quel documento sarà poi
attestato dall'ambasciata degli EAU in quel paese, o dal
ministro degli Affari esteri degli EAU. "Espellere - dice il
deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione
antimafia, che da tempo si batte affinché l'Italia chieda
l'estradizione di alcuni latitanti che vivono negli Emirati -
non significa estradare: l'eventualità più probabile è che gli
italiani cacciati cerchino di scappare altrove. Magari per
alcuni di loro potrebbe tornare utile il Libano, se non fosse
per quella notizia appresa nei giorni scorsi: la decisione di
Vincenzo Speziali, (uomo d'affari di Catanzaro residente a
Beirut, ndr) di collaborare con la giustizia italiana. Che sia
la volta buona per le autorità italiane?". A Dubai vivono
diversi italiani con problemi con la giustizia. L'ultimo in
ordine di tempo è il cognato di Fini, Gianfranco Tulliani, sul
quale la gip di Roma Simonetta D'Alessandro emise un'ordinanza
di arresto per riciclaggio. A Dubai vive anche Amadeo Matacena,
l'ex parlamentare di Forza Italia condannato in via definitiva
per concorso esterno in associazione mafiosa, negli Emirati da
quattro anni. Sempre negli Emirati si trova il narcotrafficante
ritenuto vicino al clan degli scissionisti Raffaele Imperiale,
'in fuga' da gennaio 2016. Profili del tutto diversi, latitanza
a parte, quelli di Samuele Landi, ex ceo di Eutelia, condannato
in primo grado a nove mesi nel 2015 per il crac della società e
del costruttore Andrea Nucera, autore di presunti abusi in una
lottizzazione.
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