E' stata uno dei magistrati simbolo della
procura di Milano, protagonista dei processi a Silvio Berlusconi
e per questo spesso al centro degli attacchi della politica,
almeno di una sua parte. Ma ha legato il suo nome anche alle
prime indagini sulle stragi di Capaci e di via D'Amelio e alla
cattura di Totò Riina. E negli ultimi anni, da capo della Dda
milanese, ha coordinato tutte le più importanti i inchieste
sulle infiltrazioni della mafia al Nord. Ora Ilda Boccassini,
dopo 41 anni di servizio, si appresta ad abbandonare la
magistratura. L'8 dicembre prossimo andrà in pensione per
raggiunti limiti di età, all'indomani del suo settantesimo
compleanno. E lascerà un vuoto tra i colleghi, con i quali non
ha però avuto sempre rapporti facili. E' stata amica di Giovanni
Falcone e quando Magistratura democratica si espresse contro la
nomina del magistrato siciliano a coordinatore del pool
antimafia di Palermo, stracciò la tessera delle corrente (cosa
che fece tanti anni dopo e per altre ragioni anche con quella
dell'Associazione nazionale magistrati). Alla commemorazione di
Falcone, un anno dopo la strage di Capaci, al Palazzo di
giustizia di Milano, fece scalpore il suo j'accuse: "avete fatto
morire voi Giovanni Falcone, con la vostra indifferenza, con le
vostre critiche" disse senza fare sconti a nessuno. Poi chiese
di partire per la Sicilia per dare la caccia agli assassini.
Rimase lì sino alla cattura di Riina."Pur essendo una donna, per
noi è sempre stata un soldato" disse qualche anno dopo di lei il
capitano Ultimo che con lei aveva collaborato anche
all'inchiesta Duomo Connection, la prima sulle infiltrazioni
della mafia al Nord. Tornata a Milano, su richiesta di Francesco
Saverio Borrelli - che invece anni prima l'aveva estromessa dal
pool antimafia di Milano per contrasti con i colleghi - entrò
nel pool di Mani Pulite in sostituzione di Antonio Di Pietro.
Subito dopo arrivarono le indagini e i processi Imi-Sir-Lodo
Mondadori e Sme, a carico di Berlusconi e Cesare Previti ."E'
rigorosa prima con se stessa e poi con gli altri", disse di lei
la superteste Stefania Ariosto. Mentre lo schieramento politico
di centro-destra protestava per la "persecuzione giudiziaria".
Poi fu la volta del processo Ruby, con al centro la ragazza
minorenne marocchina che frequentava le cene di Arcore. In una
delle prime udienze Berlusconi volle stringere la mano a Ilda la
Rossa, l'appellativo legato al colore dei suoi capelli ma con
cui i suoi detrattori volevano alludere a una sua
'politicizzazione'. Ma qualche tempo dopo il leader di Forza
Italia rispolverò le accuse che aveva da sempre indirizzato a
certi pm, "cancro della democrazia": sono "mostruose macchine di
diffamazione" e Boccassini "dovrebbe essere processata".
Nell'ultimo periodo Boccassini ha assunto un profilo più
defilato. Forse anche legato al fatto che è diventata nonna,
come lei stessa ha raccontato a sorpresa due anni fa in una
conferenza stampa su un'operazione contro la 'ndrangheta.
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