"Condividiamo ed apprezziamo il
richiamo alla terzietà della giustizia amministrativa, come
anche l'impegno per un servizio giustizia più accessibile ai
cittadini. La terzietà del giudice amministrativo, e in
particolare del Consiglio di Stato, non è intaccata dalla
previsione, per una parte dei suoi componenti, della nomina
governativa. Tale modalità è stata da tempo giudicata conforme a
Costituzione dalla Consulta ed è funzionale ad integrare ed
arricchire la composizione del Consiglio di esperienze
differenti, provenienti dai corpi tecnici dell'Amministrazione
dello Stato, dalle altre magistrature superiori all'Università".
Lo sottolinea il Presidente della "Associazione tra i Magistrati
del Consiglio di Stato" Hadrian Simonetti, intervenuto a Bologna
al Congresso nazionale degli avvocati amministrativisti, a
seguito delle dichiarazioni del Ministro della Giustizia sulle
"nomine governative".
"La nostra Associazione per prima, in anni lontani ed ancora
di recente, ha sempre preteso che la nomina avvenisse sulla base
di un parere dell'organo di autogoverno (CPGA) vincolante per il
Governo, a garanzia della qualità delle scelte e a tutela
dell'indipendenza del Consiglio di Stato. Nel tempo, il
procedimento di nomina si è conformato a quello previsto
dall'art. 106 della Costituzione per la nomina a Consigliere di
Cassazione per meriti insigni. Esiste, quindi, un modello
comune, che potrebbe essere ulteriormente arricchito qualora la
proposta governativa valorizzasse profili tecnici, anche nuovi,
per una tutela ancora più forte dei cittadini e delle imprese",
conclude Simonetti.
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