La crescita dei prezzi dei testi
scolastici è stata di oltre sei punti percentuali inferiore
all'inflazione reale nel 2022 e si mantiene ben al di sotto
dell'inflazione programmata anche nel 2023: lo dichiara
l'Associazione Italiana Editori, sottolineando l'impegno degli
editori scolastici nell'assorbire l'aggravio dei costi di
produzione.
Nel 2022, a fronte di un'inflazione reale pari all'8,1% e a un
forte incremento del prezzo delle materie prime, i prezzi dei
libri sono cresciuti mediamente dell'1,5%. Nel 2023, a fronte di
un'inflazione programmata ad oggi fissata al 5,4%, i prezzi dei
testi scolastici sono cresciuti mediamente del 3,2%. "Nonostante
sia confermato anche nel 2023 l'aumento delle principali voci di
costo, la crescita dei prezzi - fissati a gennaio e poi non più
rivisti per tutto l'anno - anche quest'anno è moderata, nel
rispetto dell'impegno preso dagli editori verso scuola e
famiglie. Ma questo sforzo ha portato a una elevata sofferenza
del settore. Proprio per affrontare anche queste criticità è
stato avviato un tavolo di lavoro al ministero dell'Istruzione e
del Merito e a cui gli editori partecipano attivamente" ha
spiegato Paolo Tartaglino, vicepresidente dell'Associazione
Italiana Editori e presidente del gruppo Educativo.
"In particolare - continua Tartaglino - nella scuola primaria i
prezzi non sono stati aggiornati all'inflazione reale e nella
scuola secondaria i tetti di spesa, fermi dal 2012, non possono
più costituire un riferimento adeguato e creano serie difficolta
a dirigenti scolastici e docenti nel poter scegliere gli
strumenti più adatti alle loro esigenze didattiche. Serve un
intervento di sistema che permetta di assorbire criticità che il
settore editoriale da una parte e la scuola dall'altra non
possono più risolvere autonomamente".
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