Dopo i recenti fatti di cronaca che
hanno visto insegnanti e allievi vittime di violenze da parte di
alcuni studenti, il gruppo Facebook 'Professioneinsegnante.it'
ha lanciato un sondaggio sull'uso delle telecamere nelle scuole.
Il quesito in particolare prevede l'uso di telecamere il cui
contenuto possa essere visionato dalla sola magistratura e
qualora ci siano pesanti denunce dopo fatti gravi. Al sondaggio
hanno risposto 1.000 docenti circa. Di essi oltre l'82% si è
dichiarato favorevole all'uso delle telecamere mentre il 18% si
è dichiarato contrario. "Tra le motivazioni - spiega Salvo
Amato, docente che coordina il gruppo - ne spiccano alcune
interessanti. Per l'ok alle telecamere emerge la necessità di
fornire uno strumento probatorio in quei casi gravi anche di
denunce contro gli insegnanti, riferendosi ai maltrattamenti che
spesso vengono denunciati e che il più delle volte si risolvono
con esiti negativi. Per il 'no', qualche insegnante ribadisce la
valenza educativa ed autorevole della figura del docente quale
pubblico ufficiale che non dovrebbe avere la necessità di
ricorrere ad uno strumento tecnologico per provare ciò che
avviene in classe, sia pure un grave evento di violenza". Il
gruppo ProfessioneInsegnante.it ha anche lanciato qualche tempo
fa una petizione, che ha già raggiunto le 82 mila firme, nella
quale si chiede una norma che rafforzi la figura dell'insegnante
quale pubblico ufficiale, che inasprisca le pene laddove ci sono
episodi di violenza conclamati, che tuteli la libertà di
insegnamento e restituisca agli insegnanti un ruolo di primo
piano. In realtà c'è chi fa notare che l'insegnante è un
pubblico ufficiale - come ha stabilito anche la Corte di
Cassazione - e che quindi le norme del Codice penale per punire
chi lo oltraggia, esistono già. "Questo è vero, ma nonostante
tutto insegnanti e dirigenti non denunciano, cosa che sarebbe un
atto dovuto - afferma Salvo Amato - per questo, nella petizione,
abbiamo chiesto una sorta di dispositivo automatico di denuncia
alle autorità in presenza di fatti gravi".
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