"Più che una denuncia è un grido
d'allarme, anche perché di denunce ne sono state fatte, ma non
hanno sortito effetto". Ha la voce un po' stanca ma sicuramente
non rassegnata Rosa Lastoria, dirigente del Liceo Scientifico
Emilio Segrè di San Cipriano d'Aversa (Caserta), quando parla
dei furti e danneggiamenti avvenuti nella scuola tra il 15 e il
17 febbraio scorso, quando una banda di 6-7 uomini incappucciati
si è introdotta due volte in tre notti nell'istituto scavando e
rubando costosissimi cavi elettrici, aprendo la cassaforte della
dirigente, impossessandosi di computer e altri beni usati dai
ragazzi. Un "istituto di frontiera" in senso quasi letterale,
perché ubicato fuori al paese in una zona isolata, quasi terra
di nessuno; anche in passato il Segrè, proprio per la sua
ubicazione, è stato oggetto di continui furti, poi furono
installate le telecamere di videosorveglianza all'interno del
perimetro - esternamente non ci sono - ma i ladri sono tornati
lo stesso a più riprese.
Una storia, quella del Segrè, lontana anni luce dalle vicende
accadute a Firenze, in cui una dirigente scolastica è diventata
protagonista di un dibattito su valori alti, "mentre da noi a
San Cipriano stiamo ancora a denunciare i continui furti che
provocano ingenti danni e disagi anche psicologici ai ragazzi".
La Lastoria si rivolge alla Provincia di Caserta,
proprietaria dell'istituto, ma anche al ministro Valditara,
affinché "sul Segrè e i suoi ragazzi vi sia maggiore attenzione.
Devo dire che gli enti locali ci sono vicini, la Provincia è
subito intervenuta dopo il primo furto per sostituire il cavo
rubato, anche il Comune ci fa sentire la sua vicinanza, ma
servono più sforzi. Chiediamo un servizio di vigilanza h24,
ovviamente la scuola non ha i soldi per dotarsene, ci devono
pensare i livelli istituzionali più alti".
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