Leo de Berardinis e Perla Peragallo sono stati i due dioscuri più trasgressivi e appassionati, più decadenti e irregolari del teatro di ricerca italiano. Al loro “teatro di contraddizione” , luogo di dissidenza permanente, si è ispirato Alessandro Michele nel creare la collezione Gucci primavera estate 2019 che ha sfilato a Parigi al teatro Le Palace nel cuore di Montmartre, la discoteca più famosa della città negli anni Settanta.
Uno spazio creativo quello di Leo e Perla, in cui suggerire alternative radicali rispetto alla società e al linguaggio artistico dei loro tempi. È la loro idea di teatro, infatti, a sfidare l’immobilità istituita, il conformismo e il potere. Uno sguardo anarchico e libertario aperto al flusso della vita.
In questa cornice è l’assemblaggio di materiali eterogenei e decontestualizzati a sprigionare nuovi significati nello stile di Alessandro Michele per Gucci. Un teatro di contaminazioni, apparentemente illogico e destrutturato, che produce epifanie e detonazioni, capi mischiati in maniera apparentemente folle, ma in realtà attentamente studiati nell'accostamento. Contaminazioni di stili e sperimentazione assoluta per volumi, cromie e generi che si alternano in passerella su modelli e modelle quasi no gender, con look e accessori unisex. Echi anni '70, omaggi a Janis Joplin, David Bowie e Dolly Parton mixati con lurex, maxi rouches e cristalli a cascata.