Fino a dove può spingersi la moda nell'affrontare problemi politici e sociali? Parte da questa domanda non solo la collezione Prada per il prossimo inverno, ma soprattutto la scelta di sfilare nella torre disegnata da Rem Koolhaas, che va a completare gli spazi dedicati all'arte della Fondazione di largo Isarco.
"È l'invasione della moda nella cultura - dice Miuccia Prada - non siamo qui per caso, ma perché c'è un ragionamento che occupa i miei pensieri ed è fin dove può arrivare la moda, relegata a Cenerentola, non disprezzata, ma trattata con condiscendenza dalla cultura. Ci sono dei limiti nell'affrontare problemi politici e sociali, una stilista ricca non può far bene alla politica perché sarei - riflette - troppo facilmente criticabile". Se da una parte la moda è considerata un mondo superficiale, dall'altro oggi le viene chiesto di andare oltre il suo ruolo tradizionale, che è quello di far vestiti "ma abbiamo tutti - sottolinea Miuccia - orizzonti più vasti di questo" Eppure lei stessa ammette di stare "molto attenta a non esprimere giudizi politici, perché sarei troppo attaccabile: di fronte ai drammi veri la moda viene spazzata via, e così anche l'arte". Per questo ha deciso di "stare zitta: mi sfogo con la Fondazione ma - nota - c'è qualcosa di sbagliato in questo, anche se la moda è per forza superficiale. Insomma - tira le fila -'non sono arrivata a una soluzione". Ma pure ha deciso di portare la moda negli spazi dell'arte, come invece aveva detto che non avrebbe fatto mai: "ho cambiato idea e poi l'arte per ora non c'è - scherza - era una boutade che ho fatto a me stessa. Io vivo di tutti e due, avevo deciso di tenere le cose separate. Questa è la rivincita della moda e poi la Fondazione vive del lavoro della moda, questi snobismi mi turbano".
Non sembrano poi così in contraddizione le due anime di Prada se il piano terra della Fondazione ospita la mostra sull'arte nel ventennio fascista curata da Germano Celant e nei nuovi spazi della Torre - che apriranno ufficialmente per il salone del mobile - sfila la moda per il prossimo inverno, che è essa stessa un atto politico. Miuccia Prada ha infatti deciso di rendere protagonista della nuova collezione la notte, vista come luogo di avventura ma soprattutto di libertà e dei suoi limiti, un luogo in cui la donna si ritrova nel suo doppio: da una parte forte, aggressiva, potente, mentre dall'altra si porta dietro le caratteristiche della femminilità con i loro limiti intrinseci perché "se vuoi andare in giro nuda di notte lo devi poter fare e noi donne - considera - dobbiamo ancora fare un lungo percorso in questo senso".
Ecco così che in passerella, sullo sfondo della Milano notturna illuminata per una sera da simboli al neon, sfila il violento contrasto tra un mondo sportivo e industriale, fatto di giacche di nylon dai volumi over imbottite come corazze, stivali con la ghetta e colori fluo, e abiti che rappresentano l'archetipo della femminilità, come i bustier, i fiocchi, i veli, le paillettes. Tutto sempre a contrasto: l'abitino a stampa fotografica con la sottoveste di tulle fluo o la maglia tecnica con la zip, i sandali dorati con le calzine sportive, il cappotto cammello dal bordo vinilico con il grande fiocco, il montone over con i profili accesi e il tubino doppiato di tulle con fiori applicati. E sul finale le gonne in strisce di paillettes con il gilet di nylon imbottito o il top luccicante con i pantaloni tecnici fluo. Perché "vestirsi per la notte è un atto politico, significa - conclude Prada - poter avere la libertà".
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