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I tatuaggi di Marco Manzo alla Biennale

I tatuaggi di Marco Manzo alla Biennale

Al Padiglione Guatemala fino al 25 novembre l'arte del tattoo

ROMA, 28 maggio 2018, 16:22

Redazione ANSA

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I tatuaggi di Marco Manzo entrano alla 16/a Biennale di Architettura come installazione ambientale che abbraccia lampade, strutture architettoniche, oggetti di design, laddove il tatuaggio applicato a materia dure come bronzo e alluminio, persino alle ossa umane di lastre vere disegnate dai tattoo, coincide con la volontà dell'artista di eternare il segno dell'effimero epidermico all'imperituro della materia resistente. Il Padiglione Guatemala delle Biennale ospita le opere dell'artista Marco Manzo, il cui nome viene principalmente associato al tatuaggio, fino al 25 novembre, in un'installazione a cura di Daniele Radini Tedeschi e Stefania Pieralice. Il titolo è Stigma ossia il Segno. Marco Manzo, romano, classe 1968, è già conosciuto nell'ambiente per aver favorito legami tra il tatuaggio e l'alta moda, la scultura, i motori, l'architettura e il design. Nel mondo del tatuaggio, settore di cui è il principale esponente dello stile ornamentale. I suoi tatuaggi sono stati entrati per la prima volta nei musei, al Maxxi e al Macro di Roma, come 'espressione d'arte contemporanea ed alta moda'. Inoltre ha preso parte alla mostra Tattoo Forever, non solo in veste di artista, ma anche di curatore oltre ad aver avuto il contributo di Achille Bonito Oliva. Le opere di Manzo sono entrate al Moma ed al Gagosian Museum di New York. Ha vinto 70 premi nazionali e internazionali.
   

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