Eterogeneita', diversita', pluralismo": queste, secondo Andrew Bolton, le parole che definiscono la moda americana.
"Esuberanza, gioia, creativita'", questo invece il trinomio per Anna Wintour. Preceduta il 13 settembre da un Met Gala - sponsorizzato da Instagram e ad alti contenuti di Millennials (padrini e madrine sono Timothée Chalamet, Billie Eilish, Amanda Gorman e Naomi Osaka) - apre "In America: Lexicon of Fashion", la prima di due mostre a tema organizzate da Bolton per il 75esimo anniversario del Costume Institute del Met, il Metropolitan Museum of the Art. E resta aperta fino a settembre 2022.
Bolton cita Jesse Jackson, due volte candidato alle primarie democratiche, alla sua prima convention del 1984: "L'America non e' una coperta, non e' un'unico pezzo di stoffa dello stesso colore. E' un 'quilt': un patchwork di molte stoffe, molti colori, molte dimensioni, cucite e tenute insieme da un filo comune".
La 'quilt' di "In America" e' fatta di 100 insiemi che, uno accanto all'altro, rivisitano il vocabolario della moda americana sulla base della capacita' di generare emozioni: nostalgia, appartenenza, gioia, affinita', fiducia, forza, desiderio. Tra i capi in vetrina alcuni sono firmati da pesi massimi della moda a stelle e strisce come Tom Ford, Thom Browne o altri americani come Jeremy Scott che disegna Moschino: in mostra al Met e' un "tight" di bottoni multicolori che esprime il concetto di "giocosita'".
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Nomi storici come Halston, Donna Karan e Isaac Mizrahi si accostano a nuovi talenti come Telfar Clemens, 36enne liberiano americano le cui borse, soprannominate le "Birkin di Bushwick", sono perennemente esaurite, o Aaron Potts di A. Potts, la cui tunica di lana pettinata policroma che ispira "calore" e' stata creata per l'ultimo autunno-inverno.
I "giovani" - ha detto il direttore del Met Max Hollein - rappresentano il 70 per cento della mostra. Tra loro anche Christopher John Rogers, che ha vestito Kamala Harris all'insediamento e ha fatto poi uscire una collaborazione con i grandi magazzini Target: il suo enorme abito da sera in taffeta' rosso e blu e' al centro della sezione "esuberanza".
C'e' poi Pyer Moss, il cui fondatore e direttore creativo Kerby Jean-Raymond, 35 anni, e' diventato il primo afro-americano nel calendario ufficiale della settimana parigina dell'alta moda, e che vede esposta una collaborazione del 2019 all'insegna dell'"affinita'" con l'etichetta di streetwear Fubu (For Us By Us), parte di una collezione nata per esplorare "cosa l'esperienza afro-americana sarebbe stata se non ci fosse stato il razzismo".
Ma una rassegna sulla moda a stelle e strisce non potrebbe esistere senza le bandiere: un passaggio della mostra presenta classici come i maglioni di Tommy Hilfiger e Ralph Lauren che rappresentano l'"ottimismo", mentre in quello di Willy Chavarria il vessillo Usa e' capovolto con le stelle che cadono ("isolamento"). Chiude questa sezione un vestito stampato a bandiere di Lrs con le parole "Stronger Together", piu' forti insieme.
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