Marella Caracciolo, vedova dell'avvocato Gianni Agnelli è morta a Torino il 23 febbraio. Aveva 92 anni, i funerali sono in forma privata a Villar Perosa. Altera, regale, donna Marella è stata un'icona di stile. Non è un caso che il maestro della fotografia Richard Avedon, osservandola per un ritratto la chiamò "il cigno". Marella è sempre stata un passo indietro rispetto alla visibilità, termine moderno è un pò cheap al quale non si è mai accostato il suo nome.
Appassionata di arte e mecenate, presidente onorario della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, ha avuto una grande passione per i giardini e per il design. Nata a Firenze il 4 maggio 1927 , era di origine nobile napoletana, era figlia di Filippo Caracciolo principe di Castagneto e di Margaret Clarke, americana dell’Illinois. L'amore per l'arte la porta a Parigi, a frequentare l'accademia di Belle Arti. Nel 1953 il matrimonio con l'erede della Fiat Gianni Agnelli. Due figli: Edoardo (morto suicida nel 2000) e Margherita (John, Lapo e Ginevra i figli del primo matrimonio con Alain Elkann, Pietro, Sofia, Maria, Anna e Tatiana i figli delle seconde nozze con Serge de Pahlen).
Curava i giardini delle sue splendide ville, quella di Villar Perosa, il ritiro invernale di Marrakech in Marocco dove viveva dal 2005, la villa in Corsica, adorava l'oasi di Ninfa vicino Latina. Nel 2014 il suo libro, Ho coltivato il mio giardino, raccontava questa passione intrecciandola con la sua vita.
Marella Caracciolo è stata un po' la nostra Jackie: alla First Lady Kennedy - insieme in occasioni ufficiali e di vacanza ci sono foto storiche degli anni '60 - era simile per l'eleganza innata, nel portamento e nel gusto degli abiti. Mai vistosa, sempre chic in ogni occasione anche con una maglietta e un paio di pantaloni, ha sempre emanato un grande fascino. Il bianco era il suo colore preferito e nessun personaggio pubblico è stato capace di indossarlo come lei.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA