C'è una vera e propria carica delle donne ad Hollywood, un'onda lunga mai vista prima, segnale che il talento potenziale delle registe dopo anni di allarmi, proteste, desolanti rapporti statistici sul gender gap è finalmente in rampa di lancio. Non è solo questione di numeri, che pure sono fondamentali per capire, ma anche appunto di capacità creative liberate, cui viene data la possibilità: tre candidate registe ai Golden Globe su cinque non era mai accaduto prima, tutte donne alle nomination dei Gotham, tanto per fare solo due esempi della stagione dei premi appena cominciata e se si bada ai rumors, alle analisi in vista degli Oscar, le cosiddette predictions, anche lì si trovano tantissimi nomi femminili e c'è chi scommette nel record di tre registe su cinque. La narrativa ufficiale, scrive Variety, è scritta: questo è 'L'anno delle donne'.
E' una nuova generazione tra l'altro quella che si sta affacciando, di giovani talenti, e che la capostipite Jane Campion (prima ed unica donna ad aver vinto la Palma d'oro a Cannes, era Lezioni di Piano 1993) sia di nuovo dopo anni all'opera - The Power of the Dog con Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst, Jesse Plemons - sembra davvero un ulteriore segno del destino.
Chloè Zhao di Nomadland, con Francesc MdDormand a sostenerla da magnifica interprete, guida la lista delle potenziali protagoniste della notte dell'Academy - il 25 aprile - che c'è da giurarci già da ora tra empowerment femminile e orgoglio black (anche qui in piena fioritura hollywoodiana) ha due tendenze sicure.
Del resto il rapporto annuale Celluloid Ceiling ha rilevato che le donne rappresentano il 16% dei registi che lavorano ai 100 film di maggior incasso nel 2020 (era il 12% nel 2019 e solo il 4% nel 2018). Martha Lauzen, fondatrice del Center for the Study of Women in Television and Film della San Diego State University, che conduce la ricerca, ha detto al Guardian che l'aumento delle registe donne che dirigono grandi progetti in questi due anni consecutivi potrebbe mostrare che l'equilibrio di genere sta finalmente migliorando. "Anche senza l'uscita di alcuni dei film femminili ad alto budget più attesi di quest'anno - tra cui Eternals di Chloé Zhao e Black Widow di Cate Shortland - la percentuale di donne che lavorano come registe è aumentata di gran lunga nel 2020", ha detto Lauzen.
Parliamo di una tendenza, perché i numeri sono ancora lontani dalla parità visto che la stessa Lauzen ha sottolineato che "lo squilibrio nei ruoli dietro le quinte rimane sbalorditivo", con quasi il 70% dei film che impiegano meno di cinque donne nelle posizioni chiave di regista, sceneggiatore, produttore esecutivo, produttore, montatore o direttore della fotografia.
La corsa agli Oscar di quest'anno potrebbe vedere una donna vincitrice come miglior regista in una categoria che, incredibile a dirsi, ha prodotto solo cinque donne nominate nella sua lunga storia. Oltre alla Zhao di Nomadland (Leone d'oro a Venezia 2020) si danno per altissimamente probabili le nomination a due attrici registe esordienti: Regina King che con One Night in Miami (anche questo passato in prima mondiale a Venezia), fotografia di un momento storico eccezionale - Malcolm X, Muhammad Ali, Jim Brown, Sam Cooke in una stanza nel febbraio 1964 dopo la vittoria del titolo di Alì - e Emerald Fennell che con Promising Young Woman, un dramma femminile interpretato da Carey Mulligan, ha già fatto incetta di candidature a tanti altri premi. Non solo: in una linea che sembra portare tante attrici alla ribalta dietro la macchina da presa, la nuova generazione di registe comprende anche i talenti di Robin Wright con Land, di Rebecca Hall con Passing, interpretato da Tessa Thompson e Ruth Negga (uno dei titoli di cui si sta parlando di più, con ottime recensioni, miglior acquisto al Sundance dopo Coda, si vedrà su Netflix). Basato sul racconto di Nella Larsen del 1929, Passing, girato in bianco e nero, racconta l'incontro di Clare Kendry e Irene Redfield, ex compagne di scuola afroamericane la cui pelle è talmente chiara da farle passare per bianche e mette al centro un più che mai attuale il concetto di identità razziale.
Nell'elenco ci sono anche Kelly Reichardt il cui First Cow, ambientato in un'epoca pre-western, racconta di un'amicizia senza pregiudizi, Eliza Hittman con Never Rarely Something Always e il ritorno atteso di Sofia Coppola con On the rocks.
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