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Bambini confusi, no al genitore zerbino. I consigli per non fare errori educativi

Bambini confusi, no al genitore zerbino. I consigli per non fare errori educativi

Daniele Novara, nuova pedagogia basata su buona organizzazione. Cose semplici e quotidiane e figli fuori dal lettone

MILANO, 18 ottobre 2017, 23:32

Redazione ANSA

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Genitori e figli insieme nel letto matrimoniale. Image Source iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Genitori e figli insieme nel letto matrimoniale. Image Source iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Genitori e figli insieme nel letto matrimoniale. Image Source iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Gioia Giudici)  "Abbiamo lasciato che la neuropsichiatria sostituisse l'educazione e la pedagogia": è l'allarme lanciato dal celebre pedagogista Daniele Novara nel suo ultimo libro, 'Non è colpa dei bambini', che esce  per Rizzoli. Al centro del volume, la denuncia di "una situazione paradossale: a fronte di una palese difficoltà educativa della famiglia e della scuola, che porta i bambini a vivere situazioni difficili, l'adulto - spiega Novara - invece di migliorare le sue carenze educative attribuisce la colpa dei comportamenti sbagliati dei bambini ai bambini stessi, facendoli diventare dei pazienti neuropsichiatrici".
    Ma i bambini di oggi "non sono malati, sono confusi: hanno perso i punti di riferimento. Si dibattono tra la mamma che afferma una cosa, il padre che argomenta il contrario, le insegnanti preoccupate, le regole variabili e discordanti. Anche da un punto di vista emotivo, atrofizzano le loro stesse risorse e si rintanano nel vittimismo dispotico, attivando comportamenti difficili: aggressività, distrazione, disinteresse, rabbia, paura, regressione".
    Molti, per Novara, sono gli errori educativi di genitori ed educatori: "molte scuole dell'infanzia, in combutta con i genitori, hanno tolto il pisolino ai bimbi di 3 anni, che dormono 9 ore anziché le 12 necessarie e vanno in crisi perché non dormono abbastanza". Nella sua esperienza terapeutica, come fondatore del Centro Psicopedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti, Novara ogni giorno ne vede una: "oggi è arrivata una bimba di 7 anni che non parla, poi - racconta - si è scoperto che passa 3-4 ore al giorno davanti a videogiochi e tv, ma c'è anche il piccolo di 2 anni e mezzo che non parla ma tiene in bocca il ciuccio tutto il giorno". Per carità, "sono cose accettabili, non drammatiche, ma se si continua a fare la cosa sbagliata - avverte - poi il bimbo fa fatica".
    Tra le cattive abitudini più comuni, quella di far dormire i figli nel lettone: "il bambino deve dormire nella sua camera e non nella promiscuità sessuale: i genitori non gli consentono la frustrazione edipica e poi quando va a scuola non ha il senso dell'autorità". Un bambino di 5 anni non solo dovrebbe dormire da solo, "si dovrebbe vestire da solo ma c'è sempre qualcuno che lo veste perché siamo di corsa, dovrebbe fare colazione ma non c'è tempo, allora gli diamo una merendina, dovrebbe dormire 11 ore ma va a letto alle 22 e si sveglia alle 7. E magari gli diamo un bacio sulle labbra come se fosse il nostro fidanzato". E tutto questo non lo fanno persone orribili, ma "genitori nella media che pensano di fare la cosa giusta".

Così come magari pensano di fare la cosa giusta gli insegnanti che consigliano loro di portare il bambino dallo psicologo. "Prima della terapia - avverte Novara - preoccupatevi che le questioni educative siano al loro posto. Se la scuola dice di portare i bimbi dallo psicologo, non fatelo. Verificate i vostri errori, sennò si innesca un meccanismo perverso, perché il neuropsichiatra lavora sulle malattie e non sull'educazione. Non si può portare un bambino di 7 anni dal logopedista e continuare a pulirlo quando va in bagno".
    Lo sbaglio più grande che facciamo come genitori "è la disponibilità assoluta: il genitore zerbino non è un'alternativa al genitore dispotico". Serve quindi una nuova tradizione pedagogica che, per Novara, va basata su una buona organizzazione. Cose semplici e quotidiane: ci si toglie le scarpe quando si entra in casa, la tv solo mezz'ora prima di cena, lavarsi i denti e mettersi il pigiama da soli. Ma attenzione: "l'organizzazione deve essere condivisa, sennò non funziona, invece i genitori - conclude - parlano poco tra di loro e molto con i figli".
   

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