Qual è la situazione ideale per lavorare? Un ambiente sereno a livello psicologico, che favorisca l’equilibrio fra lavoro e vita privata e premi con una promozione chi lo merita davvero, in cui i manager agiscono in modo onesto secondo una solida etica nella loro attività aziendale, dove poter anche usufruire di particolari benefit. È l’identikit del Best Workplace ideale secondo gli oltre 40.000 dipendenti coinvolti dall’indagine di Great Place to Work Italia, che anche nel 2019, per il 18° anno consecutivo, ha presentato la classifica delle 50 migliori aziende del Belpaese dal punto di vista dell’ambiente di lavoro. E' concretamente l’unico al mondo in cui sono proprio i lavoratori a giudicare in maniera autonoma e indipendente i propri datori di lavoro. L’indicatore utilizzato per stilare la classifica è il “Trust Index”, l’indice sintetico determinato dalla media delle percentuali di risposte favorevoli di tutte le domande del questionario che Great Place to Work Italia utilizza per raccogliere i feedback dei dipendenti.
Oltre i 500 impiegati al top è risultato Hilton, Cisco Systems tra i 500 e i 149 impiegati, Bending Spoons tra i 50 e i 149 e Cadence Design Systems tra i 20 e i 49
Dice Andrea Montuschi, presidente di Great Place to Work Italia: "sono i lavoratori a determinare se la propria azienda possa ottenere la certificazione e qualificarsi fra i 50 Best Workplace. L’attenzione rivolta alla qualità della vita all’interno delle aziende è infatti molto variabile in Italia, tanto è vero che dalle nostre ricerche è emerso uno scarto importante tra le aziende Best Workplace e quelle candidate ma non certificate “great place to work”: le Best ottengono l’81% di feedback positivi, mentre le altre aziende si fermano al 59%, e la media in Italia è ancora più bassa: 44%”.
Ma quali sono gli aspetti che stanno più a cuore ai lavoratori? Sono soprattutto i temi legati al benessere personale a farla da padrone: nei Best Workplace, infatti, i feedback positivi sono più alti per quanto concerne la serenità delle ore passate in ufficio (76%, contro il 47% delle non certificate), la sensazione di lavorare in un ambiente familiare (81% vs 51%), la possibilità di vivere la giornata insieme ai colleghi con il sorriso sulle labbra (78% vs 49%) e di riscontrare nella quotidianità un buon equilibrio fra vita lavorativa e personale (75% vs 46%). Ma non è tutto, nelle aziende in cui si vive in maniera eccellente le persone dimostrano ogni giorno di essere molto più attente le une verso le altre (78% vs 49%) e sono guidate da datori di lavoro che offrono benefit particolari (78% vs 43%) e riconoscimenti speciali sulla base delle performance lavorative (67% vs 37%).
“La capacità di creare un ambiente sereno, empatico, da vivere con il sorriso, è uno degli aspetti determinanti per diventare un Best Workplace – ha precisato Marco Motta, Communication & Marketing Manager di Great Place to Work Italia – Ma non è tutto, anche i più concreti benefit e riconoscimenti materiali aiutano a creare quel senso di appagamento che, unito al buon clima sul luogo di lavoro, rende piacevole recarsi in ufficio, come testimoniato dall’83% dei dipendenti delle Best Companies, contro il 51% delle aziende non certificate. Stesso discorso per la motivazione: nelle Best Companies l’82% dei lavoratori ritiene che tutti i collaboratori diano il massimo al lavoro, mentre nelle altre aziende la percentuale scende al 54%. Un dato su cui c’è ancora parecchio da investire nel nostro Paese è però la meritocrazia: infatti le domande con i risultati più bassi, anche fra le Best Companies, sono proprio quelle relative all’equità della retribuzione e alle promozioni, che non arrivano al 70% di risultati favorevoli”.
Ma un clima favorevole all’interno dell’azienda permette anche di far crescere il proprio business? Secondo Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great Place to Work Italia, c’è un diretto rapporto tra la soddisfazione e la motivazione dei dipendenti e il giro d’affari: “Le aziende che investono sullo sviluppo della cultura organizzativa, riuscendo a motivare al meglio i propri collaboratori, creano un sistema positivo virtuoso, che permette un concreto ritorno anche sul business – sottolinea Alessandro Zollo – Le imprese che comprendono questo meccanismo, come le Best Companies della nostra classifica, vedono migliorare non solo i rapporti tra colleghi, ma anche tra i lavoratori e i datori di lavoro, e i benefici sono molteplici: migliora il clima interno, cala il turnover, aumenta l’appetibilità dell’azienda da parte dei candidati e migliorano anche gli indicatori finanziari”.
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