Emma e Fabio, lei pilota e istruttore di volo, lui ufficiale impegnato nel supporto alle operazioni aeree; Geltrude, capitano medico e futura mamma e il marito Alessandro, esperto in telecomunicazioni; il capitano Arianna e il suo Bart, pilota di F35. Sono alcune coppie in uniforme dell'Aeronautica militare: famiglie nate in un aeroporto, in un ufficio, in operazioni lontano da casa. Ne raccontano dieci il maggiore Debora Corbi, prima militare donna in Italia, e il colonnello Alessandro Cornacchini in "Cuori in decollo", un progetto editoriale dell'Aeronautica Militare che nasce a 20 anni dall'ingresso delle donne nelle Forze armate. La legge 380 del 1999, attuata nel 2000, è stata il primo passo nel percorso della piena parità in un mondo storicamente maschile: ha cambiato rapporti, portato nuove esigenze, ma anche diversi punti di vista, che hanno arricchito il comparto. E sono anche nate, era inevitabile, relazioni che partendo da una condivisione di ideali e obiettivi, oltre che dalla vicinanza sul luogo di lavoro, sono sfociate in storie d'amore e in famiglie con "le stellette".
Il maggiore Corbi è partita dall'esperienza personale: è la sua la prima storia del volume, che parte con un ritratto di famiglia, con il marito Roberto e il figlioletto Edoardo, che oggi ha 10 anni. È una delle donne che più si è battuta per l'ingresso nelle Forze armate e ora, col libro, vuole testimoniare come si tratti di una realtà in aumento: "L'inserimento della donna nell'ambiente militare ha generato un cambiamento, che ha coinvolto la struttura militare nel suo complesso, così come le dinamiche tre le persone". "Quello che si deve porre in risalto da queste storie - nota il coautore, il colonnello Cornacchini - è che la comunione di sentimenti ha arricchito l'Aeronautica militare di persone ancora più solide nelle loro convinzioni, consapevoli di una scelta di vita complessa ma che dà molto sotto il profilo umano e personale".
"Dopo 20 anni si può cominciare a trarre qualche bilancio. Siamo arrivati tardi perché il tema era una specie di tenaglia", ricorda Valdo Spini, promotore della legge 380, "i detrattori arrivavano a paventare il collasso del sistema perché tutte le donne sarebbero diventate mamme assieme. Ma in 5 anni si riuscì a rivoltare come un guanto il sistema e credo si possa dire che abbiamo fatto bene. Si può essere mogli e mamme e svolgere compiti estremamente raffinati al servizio delle Forze armate".
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