Il marchio Testadoro rinasce sotto
la guida di Dario Pasqualini, artista di Cumiana (Torino), che
ha rilevato il brand della casa costruttrice di automobili
attiva a Torino dal 1946 al 1949, quando le vetture venivano
realizzate nelle botteghe. La prima auto del ritorno si chiama
Testadoro Barchetta 1951 ed è stata realizzata durante la
pandemia in un'officina alle porte di Torino. In realtà si
tratta di un progetto incompiuto del 1951, una barchetta
progettata per la classe 1100 Sport Internazionale con motore
originale Fiat 1100 B pesantemente modificato. Pasqualini ha
completato la costruzione della vettura con il supporto di
Martino Colombo di Milano, cugino di Gilberto Colombo che
progettava i telai per le Testadoro originali. La carrozzeria è
stata affidata alla Martelleria Giacometto di Cumiana. Una
vettura, quindi, la nuova Barchetta Testadoro 1951, dedicata
all'epoca dei famosi battilastra torinesi, officine note come
'boite'.
Il nome Testadoro è stato utilizzato per la prima volta su
una speciale testata per motori progettata dall'ingegnere
Arnaldo Roselli alla fine degli anni '30 del Novecento. Roselli
incontra poi l'imprenditore torinese Giorgio Giusti e i due
decidono di produrre la testata anche per la Fiat 508 Topolino,
auto più popolare che consente quindi una maggiore diffusione
del prodotto. L'azienda Testadoro, la "casa dell'Auto" di
Giorgio Giusti, dura solo tre anni ma realizza nove vetture da
corsa, inizialmente di derivazione Fiat 500 Topolino e poi
originali in tutto, motori compresi. Massima espressione del
marchio la Testadoro Daniela con il suo motore da 742cc da 45 CV
a 6500 giri/minuto. La guidano Elio Zagato, pilota ufficiale
della Squadra Testadoro, insieme a Nuccio Bertone, Gino
Valenzano, Ugo Puma e allo stesso Giusti.
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