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Dazi auto di Trump per Canada e Messico, rischio di autogol

Dazi auto di Trump per Canada e Messico, rischio di autogol

Tassare importazioni bloccherebbe produzione e mercato in Usa

ROMA, 28 novembre 2024, 13:43

Redazione ANSA

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Dazi auto di Trump per Canada e Messico, rischio di autogol - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dazi auto di Trump per Canada e Messico, rischio di autogol - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le recenti dichiarazioni del neo eletto presidente Donald Trump relative all'immediats istituzione - dopo il suo insediamento a gennaio - di dazi doganali sui prodotti provenienti dalla Cina ma anche, con aliquote più alte, dal Canada e dal Messico hanno provocato preoccupazioni nel settore dell'automotive ma anche reazioni negative in borsa per i gruppi che potrebbero esserne penalizzati.
    Come ha sottolineato Alenxandre Baradez, responsabile dell'analisi di mercato della banca d'affari IG France intervistato dall'agenzia AFP "il timore è che anche l'Europa sia nella mischia, anche se (Donald Trump) non ne ha ancora parlato" In generale, Baradez rileva una chiaro "diminuzione dei valori delle aziende che potrebbero essere presi di mira dalle tasse doganali".
    In un post su Truth Social, Trump aveva affermato il 26 novembre che "Il 20 gennaio, come uno dei miei primi ordini esecutivi, firmerò tutti i documenti necessari per imporre a Messico e Canada un dazio del 25% su tutti i prodotti in arrivo negli Stati Uniti, e le sue ridicole frontiere aperte".
    "Questa tassa rimarrà in vigore finché le droghe, in particolare il Fentanyl, e tutti gli immigrati clandestini non si fermeranno nell'invasione del nostro Paese! Sia il Messico che il Canada hanno il diritto e il potere assoluti di risolvere facilmente questo problema che cova da tempo".
    Una promessa che Trump giustifica con la crisi legata alle droghe e all'immigrazione, ma che non tiene conto della quantità di veicoli che vengo inviati negli Stati Uniti - in base agli accordi USMCA del 2020, successivi ai NAFTA del 1994 - dai siti produttivi in Messico e Canada.
    Se l'introduzione dei dazi con i Paesi confinanti dovesse essere confermata, Trump si ritroverebbe però a danneggiare, più che pesantemente, i tre grandi player di Detroit (Ford, GM e Stellantis) e le aziende estere che operano negli Stati Uniti da tempo e con grandi investimenti.
    Per Ford, ad esempio, la produzione in Canada è strategica per il Nord America: come quella che avviene nell'Oakville Assembly Complex, centrale soprattutto nella transizione ai veicoli elettrici. C'è poi lo stabilimento di motori di Windsor che è vitale per la produzione dei veicoli in Usa. General Motors gestisce invece importanti stabilimenti a Oshawa e Ingersoll, Ontario. E mentre il primo ha recentemente riavviato le attività, concentrandosi sul pick-up Chevrolet Silverado, quello di Ingersoll sta passando alla produzione di veicoli elettrici.
    Le operazioni canadesi di Toyota si concentrano attorno a due importanti stabilimenti di Cambridge e Woodstock, in Ontario, dove nascono i modelli Toyota RAV4 e Lexus RX. L'altra giapponese Honda utilizza invece due stabilimenti ad Alliston, Ontario dove sono localizzate la fabbricazione delle Civic e CR-V.
    L'Ontario è sede anche di due importanti strutture di Stellantis situate a Windsor e Brampton, Ontario. Vi si producono la monovolume (leader di mercato) Chrysler Pacifica e i modelli Dodge ad alte prestazioni come Charger e Challenger.
    Ancora più complesso un eventuale problema dei dazi con il Messico dove l'industria automobilistica esporta il 79% della produzione negli Stati Uniti. Le Case Usa vi erano arrivate più di 100 anni fa (Buick installò il suo primo stabilimento in Messico nel 1921, seguito da Ford nel 1925 e da General Motors nel 1935).
    Oggi nel Paese confinante ci sono oltre 30 produttori automobilistici e oltre 600 fabbriche di fcomponenti per auto di livello 1 più 2.500 di livello 2 e livello 3 per un fatturato complessivo di 73 miliardi di dollari. Tra l'accordo Stati Uniti-Messico-Canada (USMCA) che ha aumentato le regole sul contenuto regionale in valore al 75%, ha fornito al Messico l'opportunità di avviare la produzione di componenti precedentemente importati da Paesi esterni del Nord America.
    Tra le molte Case presenti in Messico la Volkswagen (a Puebla produce Jetta, Taos e Tiguan) mentre Stellantis ha uno stabilimento di motori e costruisce a Toluca i pick-up Ram e la Jeep Compass. Vi operano tra anche Audi, Mercedes, Ford, GM, Nissan, Kia e la cinese JAC.
    Il Messico è anche il principale esportatore mondiale di trattori e il più grande esportatore negli Stati Uniti con l'81% della sua produzione. Si classifica anche come il sesto produttore mondiale di truck con 11 stabilimenti.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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