Restano in vigore le disposizioni che obbligano gli Ncc ad iniziare e terminare il servizio presso la propria rimessa, ovvero il Comune di rilascio della licenza, e a compilare sempre il foglio di servizio anche dopo prenotazioni on line. Lo ha deciso il Consiglio di Stato che non ha sospeso l'efficacia della Circolare Interpretativa del decreto di riforma del settore Ncc. Una sospensione era stata sollecitata da Uber. Il Consiglio di Stato ha rinviato al Tar del Lazio affinché venga fissata in modo celere l'udienza di merito. Erano presenti nel giudizio come appellate e intervenienti l'Associazione Tutela Legale Taxi, la Federtaxi Cisal, l'Ugl Taxi e la Soc. Coop. Samarcanda 5551.
"Siamo soddisfatti dell'ordinanza del Consiglio di Stato - afferma un portavoce Uber Italia - perché accettando la nostra richiesta, ha sollecitato un intervento sul merito da parte del TAR. Si tratta di un ulteriore segnale che l'Italia ha bisogno di una riforma organica della mobilità. Continueremo a cercare un dialogo costruttivo con le istituzioni e gli operatori per costruire città più sostenibili per tutti".
"Il Consiglio di Stato non accoglie la richiesta dei legali di Uber - dicono Fit Cisl, Uglk taxi, Federtaxi Cisal, Uiltrasporti, Satam Cna, Tam, Claai, Unione Artigiani, Unimpresa e Ati taxi - di sospendere le norme in vigore nel settore. La potente piattaforma digitale californiana dovrà rispettare le regole del trasporto pubblico non di linea che prevedono per gli operatori del noleggio, l'inizio e la fine del servizio in rimessa. Sollecitiamo ora la conclusione dell'iter di riforma del settore, attraverso l'approvazione di uno specifico DPCM che finalmente disciplini in modo chiaro e netto l'operato delle piattaforme tecnologiche - aggiungono - Auspichiamo inoltre che in un periodo nel quale la politica e le istituzioni si affannano per reperire risorse pubbliche, annunciando nuove misure contro l'evasione fiscale, si possa far pagare regolarmente le tasse ai grandi operatori digitali che stanno disarticolando il nostro settore e più in generale il mondo del lavoro, tutti puntualmente con sede legale in Paesi con un sistema fiscale più vantaggioso".
"Qualsiasi limite agli Ncc e a Uber - afferma il Codacons - rappresenta un danno per gli utenti dei trasporti pubblici non di linea. Una decisione quella dei giudici di Palazzo Spada che contrasta nettamente con il nuovo mercato aperto alle tecnologie moderne e con le esigenze dei consumatori, che chiedono più scelta e tariffe più basse - spiega il presidente Carlo Rienzi - I limiti imposti a servizi come Uber e Ncc finiscono solo per danneggiare gli utenti finali, attraverso una riduzione della concorrenza, un peggioramento della qualità delle prestazioni e un incremento delle tariffe dei taxi. Per tale motivo speriamo che il Tar del Lazio, nella decisione di merito, voglia mettere fine al medioevo che impera in Italia nel settore dei trasporti pubblici non di linea".
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