In Italia il risparmio delle famiglie potrebbe crescere di 3.800 euro l'anno passando da una mobilità individuale ad una condivisa che possa impiegare in modo sinergico un ventaglio di offerte che comprendono treno, metropolitana, tram, bus e anche autonoleggio, taxi e tutte le nuove forme di sharing mobility. Un vantaggio non solo per le tasche degli italiani ma anche per l'ambiente. Il sistema dei trasporti contribuisce per più del 25% alle emissioni di gas serra in Italia, ma con un incremento del 30% dell'offerta di mobilità condivisa, i gas serra verrebbero ridotti di 18 milioni di tonnellate, liberando le città da circa 4,5 milioni di automobili, rendendole così più vivibili e green.
È questo, in estrema sintesi, quanto emerge dal primo rapporto Future Ways, che è stato elaborato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e presentato in occasione di Intermobility Future Ways, il primo forum nazionale della mobilità condivisa, in corso a Rimini fino al 21 novembre nell'ambito di IBE (Intermobility and bus exposition).
"Tra il 2005 e il 2022, le emissioni dei trasporti su strada -ha sottolineato Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile - sono diminuite in Italia solo del 4%.
Dobbiamo puntare su un consistente incremento, specie a livello urbano, della mobilità pubblica e condivisa, potenziando tutto l'ampio ventaglio di mezzi disponibili per migliorare la mobilità, ridurre la congestione del traffico, tagliare le emissioni, ridurre la spesa delle famiglie, tagliando in modo significativo anche il numero delle auto circolanti".
Nel 2022 la mobilità personale ha rappresentato, l' 83% contro il 17% di mobilità condivisa. I passeggeri trasportati dai servizi di trasporto pubblico locale erano 33,16 miliardi di pkm (passeggeri per chilometro) nel 1990 e sono 31,54 nel 2023 (-5%), a fronte di una mobilità su automobile privata che è passata da 52,2 a 67,41 miliardi di pkm (+30%). Anche dal punto di vista dell'offerta di trasporto, i dati portano allo stesso fattore: 2500 miliardi di posti km per la mobilità personale contro 442 miliardi per la mobilità condivisa (rapporto di 1 a 5).
Dal rapporto emerge inoltre che l'Italia è anche indietro rispetto ad altri Paesi europei in termini di spesa pro capite: ha speso nel 2019 tra 131 e 119 euro ad abitante. Oggi le famiglie italiane nel loro insieme dedicano alla spesa per trasporti 139,5 miliardi di euro all'anno (circa 5000 euro/anno di media a famiglia, più del triplo delle bollette di energia e riscaldamento). La componente per la mobilità personale (soprattutto automobile) rappresenta l'89% della spesa mentre quella per i servizi di mobilità l'11%. Un cittadino che usa più spesso la propria bicicletta in città, il trasporto pubblico e, all'occorrenza, una combinazione di servizi di sharing mobility, potrebbe ottenere un risparmio annuo fino a 3.800 euro rispetto alla scelta di utilizzare abitualmente la propria auto.
L'offerta di trasporto pubblico è estremamente diseguale nel Paese.
Tra le diverse Regioni Italiane, il Lazio, per esempio, ha a disposizioni nelle sue città capoluogo circa 17 mila posti km ad abitante/anno mentre la Lombardia circa 20 mila (senza includere la componente dei treni regionali ma includendo invece le autolinee). La media italiana è molto più bassa (5.753), con il Centro che è l'area con una media annua maggiore (pari a 3.782) e il Mezzogiorno con una media che la metà di quella media del Paese (2.528).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA