Fine anno in ripresa per i marchi del Gruppo Mercedes-Benz in Italia, evidentemente valutando anche il portafoglio ordini vista la globale difficoltà a consegnare le auto acquistate. Lo ha detto Radek Jelinek, presidente di Mercedes Italia, nel corso di un ANSA Incontra condotto da Corrado Chiominto, responsabile della redazione economia dell'Agenzia e con il contributo di Giannantonio Pettinelli, responsabile del Canale ANSA Motori. “Non ci possiamo lamentare, c’è grande interesse per il nostro marchio e per smart - ha specificato Jelinek - ma il problema restano la forniture. Le immatricolazioni in effetti sono a livelli storicamente relativamente bassi. Ma è interesse della gente comprare le nostre macchine. Quindi gli ordini effettivi sono molto più alti. La sostanza è però che ci sono tanti mesi di attesa per le macchine, questo mi dispiace per i nostri clienti”. Nel corso dell'ANSA Incontra, il presidente di Mercedes Italia ha toccato anche il tema della nuova strategia del marchio che riguarda il lusso. “Le nostre macchine sono sempre state il ‘cavallo’ dell’innovazione - ha detto Jelinek - fin dal 1886 quando abbiamo inventato l’automobile. Oggi la mobilità individuale resta importante e lo dimostriamo con Smart. Ma Mercedes è nata come marchio lusso e come marchio sportivo”.
L'INTERVISTA A RADEK JELINEK, PRESIDENTE E CEO DI MERCEDES-BENZ ITALIA
Dopo aver citato le frecce d'argento, le papamobile e le tante macchine presidenziali, il presidente di Mercedes Italia ha però sottolineato che a un certo punto Mercedes ha preso una strada leggermente diversa. “Siamo andati un po’ verso la strategia dei volumi più alti, perché solo questi ti garantiscono un'indipendenza da altre aziende - ha detto - Poi abbiamo capito, forse è un effetto post-pandemico, che dovevamo puntare verso la strategia del lusso sostenibile, moderno. Questo non vuol dire che venderemo pochissime macchine. Il lusso moderno è altra cosa, un mix di innovazione con un prodotto assolutamente sostenibile e certamente elettrico”. Nel corso di ANSA Incontra, Jelinek ha ricordato l’importanza in questo ambito delle tecnologie di digitalizzazione con sistemi di dati propri “su cui abbiamo fatti tanti investimenti”. Una strategia che ha portato ad un aumento di valore del marchio che “oggi è un fra i dieci più importanti del mondo” a livello generale, non di automobili.
"Gli acquirenti di nuove automobili, sempre più ricche di contenuti digitali e oggi ricercate anche per il valore del marchio e per appartenere ad un nuovo ‘lusso moderno’ - ha proseguito Jelinek - stanno contribuendo a cambiare il rapporto tra cliente, Casa automobilistica e rete di vendita. Un’azienda leader come Mercedes è protagonista di questo fenomeno e sta partecipando attivamente alla evoluzione della distribuzione automobilistica. Ci muoviamo tutti verso un mondo che ci coinvolgerà anche con un cambiamento del sistema distributivo - ha detto riferendosi a quei nuovi valori come quello che viene definito ‘lusso moderno’ - ed è proprio relativamente a questo aspetto che cambierà la nostra rete di vendita anche in Italia”. “Oggi abbiamo un sistema di concessionari con cui abbiamo partnership da lungo termine. Questo rapporto con i nostri partner è molto importante nel momento che abbiamo deciso di andare verso la strategia del lusso”. Parlando dell’esperienza digitale nei confronti del marchio e dei modelli, Jelinek ha ribadito che “è importante anche capire che il lusso è un'esperienza per i clienti a 360 gradi che unisce contatto fisico e contatto virtuale online attraverso la rete”. Ma anche avere un prezzo chiaro e trasparente unico “perché - ha detto il presidente di Mercedes Italia - non conosco un solo marchio lusso dove il cliente va dai concessionario e chiede sconti. Quindi è importante anche per noi definire un prezzo unico nel mercato”. Jelinek ha ribadito che “l'unica maniera per definirlo è utilizzare il sistema delle agenzie. Quindi sostanzialmente è Mercedes che fattura al cliente in forma diretta e i nostri partner prendono delle provvigioni”. Per il presidente di Mercedes Italia “tanti dei compiti dei concessionari rimarranno così come sono. Però tante altre cose cambieranno nel futuro. Per i clienti c'è un grande vantaggio, c'è una grande trasparenza, il prezzo non viene negoziato con il concessionario. Questo è importantissimo”.
La Casa della Stella a Tre Punte ha una posizione precisa in questa fase di transizione ecologica, compreso il traguardo di 'superamento' dei motori termici. "Chiaramente noi puntiamo sulla macchina elettrica - ha sottolineato Radek Jelinek, presidente e CEO di Mercedes Benz Italia durante Ansa Incontra - ed abbiamo detto che nel 2039, quindi dieci anni prima della scadenza fissata dall'Unione europea, diventeremo CO2 neutri a livello mondiale". "Nel 2030 offriremo le macchine elettriche nei mercati in cui sarà possibile. L'importante per raggiungere questo obiettivo è capire dove sarà possibile. Il concetto difficile da spiegare oggi è quello relativo alle macchine con motore endotermico". Il presidente di Mercedes Italia, al riguardo, ha ribadito che i modelli che sono oggi in gamma, cioè le benzina o le diesel Euro 6d comprese le diesel ibride "sono assolutamente pulite e non ci sono paragoni con quelle vecchie che vediamo sulle strade Euro 2, Euro 3 e anche Euro 4". "Quindi il problema che vedo oggi in Italia è che abbiamo un parco circolante di 40 milioni macchine in totale di cui 13 milioni sono stravecchie, oltre i 20 anni e quindi insicure". Jelinek al riguardo ha fatto notare che anche se "da oggi si vendessero solo macchine elettriche non toglieremmo queste auto inquinanti. E non avremmo fatto niente". E ha proseguito: "step by step dobbiamo essere chiari su cosa vogliamo. Come produttori abbiamo macchine endotermiche pulite benzina, benzina ibride, diesel, diesel ibride ed elettriche. Abbiamo una gamma che offre tutto". Il presidente di Mercedes Italia ha sottolineato con fermezza: "ciò di cui abbiamo bisogno di chiarezza nella pianificazione. Servono certezze. Non è una critica - ha detto - ma è un invito a parlarci perché non ci servono incentivi che durano per tre mesi e poi scadono perchè sono terminati i soldi. Quindi è un avanti e indietro che non fa bene". Secondo Jelinek "ovviamente non ci sono investimenti sulle infrastrutture perché chi realizza le colonnine vuole chiarezza su come vanno le vendite (delle auto elettriche)". "Penso che ci sia tanta potenzialità anche parlando della mobilità individuale, però è importante capire dove possiamo fare sistema nelle metropoli anche con la mobilità collettiva e quindi con le applicazioni mobilità intelligente. Perché non vogliamo certo mettere tutte le macchine dentro le città".
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