Gli episodi meteorologici"
sfavorevoli, con lunghi periodi senza pioggia nè neve e con
venti scarsi, sono diventati più frequenti negli ultimi cinque
anni e hanno portato alla stagnazione atmosferica che impedisce
la dispersione delle polveri sottili in città. E' quindi il
cambiamento climatico a impedire la riduzione dello smog,
nonostante gli sforzi messi in campo a livello pubblico e
privato. L'unica strada per affrontare la situazione è una sfida
epocale". Ne è convinto Antonio Piersanti, responsabile del
Laboratorio sull'inquinamento atmosferico del Dipartimento sulla
sostenibilità di Enea (Agenzia nazionale per le nuove
tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) il
cui sistema di analisi e previsione dell'inquinamento
atmosferico, Minni, fa parte del consorzio europeo Copernicus.
L'inquinamento dell'aria in Italia, che causa il maggior numero
di morti - 80mila - fra i Paesi europei, era stato ridotto in
tempi recenti rispetto al 1990, anno di riferimento, grazie a
una serie di interventi sulle cause principali della produzione
primaria di particolato Pm10 e Pm2.5, cioè traffico soprattutto
da motori diesel, riscaldamento a legna, lavorazione industriale
e produzione secondaria, ad esempio allevamenti (produzione di
ammoniaca dalle deiezioni degli animali usate poi come
fertilizzanti) e traffico di veicoli a benzina, spiega
Piersanti. Ma evidentemente non basta. La situazione meteo,
spiega Giorgio Cattani, esperto di monitoraggio della qualità
dell'aria dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la
Ricerca Ambientale) fa sì che "gli inquinanti oltre ad
accumularsi si formano in atmosfera". Intervistato da Rainews24,
Cattani ha rilevato che occorre "trovare la massima sinergia tra
le misure di risanamento della qualità dell'aria e quelle che
tendono a ridurre i gas serra" all'origine dei cambiamenti
climatici. Nel rilevare che in Italia il monitoraggio della
qualità dell'aria è fatto quotidianamente, in modo capillare e
certificato dalle Agenzie regionali per la protezione
ambientale, e a livello nazionale da Ispra ed Enea, Piersanti
osserva che l'indagine sullo smog fatta su Milano dalla società
svizzera che ha evidenziato l'allarme andrebbe valutata in modo
più analitico. E in Europa anche Olanda, Polonia e Balcani hanno
alti livelli di inquinamento di varia origine. La sfida
epocale che serve, secondo Piersanti, è di dimezzare le
emissioni dirette di particolato perchè la concentrazione ad
esempio nella Pianura padana è tale che basta poco per avere
aria inquinata. E allora bisogna "intervenire massicciamente,
con risorse ingenti, potenziando il trasporto pubblico,
investendo sull'efficientamento energetico degli edifici e in
agricoltura con tecniche di interramento dei liquami". E Cattani
aggiunge che occorre "una grande sinergia tra le politiche a
livello locale, regionale e nazionale".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA