Una Torino composta e riservata è
quella che si è data appuntamento oggi nella centrale parrocchia
di San Massimo per la cerimonia funebre di Paolo Pininfarina. La
chiesa, ha sottolineato il parroco don Franco Manzo nell'omelia,
non è stata mai così piena. Ci sono i famigliari, gli amici,
esponenti delle istituzioni, del mondo dell'impresa e del
design. C'è la madre Giorgia Gianolio, che con Paolo ha perso il
secondo figlio dopo la morte improvvisa di Andrea in un
incidente 16 anni fa, c'è la sorella Lorenza, ci sono la moglie
Ilaria e i figli Greta, Giovanni, Iole, Tullio e Giulia.
Molti, come il governatore del Piemonte Alberto Cirio e il
sindaco Stefano Lo Russo, avevano portato il loro saluto ieri
alla camera ardente allestita nello stabilimento di Cambiano.
Oggi in chiesa si vedono il patron di BasicNet Marco Boglione,
il designer Giorgetto Giugiaro con il figlio Fabrizio. Il
presidente dell'Unione industriale Giorgio Marsiaj, presente a
Cambiano, è rappresentato dalla vice Giorgia Garola. Per le
istituzioni ci sono la vicesindaca Michela Favaro, l'assessore
regionale alle Attività produttive Andrea Tronzano, e il
presidente della Camera di Commercio Dario Gallina.
La bara, in legno chiaro ricoperto da una cascata disordinata
e folta di rose pallide, è circondata dai gonfaloni e dalle
corone del Comune di Torino e della Regione Piemonte. Perché
Pininfarina è parte della storia di questa terra. Agli eredi - i
figli di Paolo ma anche quelli di Andrea - don Manzo ha
raccomandato: "raccogliete il tesoro che i vostri antenati hanno
costruito e rimanete uniti per difenderlo, perché non si debba
più vedere l'eccezionale patrimonio industriale di Torino
continuare a spappolarsi". E rivolto alle autorità presenti, ha
aggiunto: "adoperatevi per costruire un ambiente in cui i
giovani possano trovare lavoro: Torino ha avuto una grande
storia, dobbiamo riprenderne in mano i fili".
Del Paolo Pininfarina più intimo parlano gli amici. Boglione
ricorda quando da bambini andavano insieme in bici e giocavano
in spiaggia, Giorgetto Giugiaro sottolinea come con la morte dei
due fratelli non ci sia più un maschio nella famiglia per
portare avanti "una tradizione che ha fatto grande il contesto
piemontese e italiano, perché Pininfarina - ha detto - è stato
il made in Italy che ha fatto esplodere in tutto il mondo la
carrozzeria italiana".
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