"Non siamo per presupposto
contro l'auto elettrica o contro l'auto ibrida. E' una questione
di tempo. Oggi non siamo pronti in modo unitario e
infrastrutturale per poter accogliere una tecnologia del
genere". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele
Orsini, in una conferenza stampa a Bruxelles.
"Siamo pronti oggi a una tecnologia totalmente elettrica in
tutto il Paese per sostituire 42 milioni di veicoli? Siamo
pronti a dare a un prezzo equilibrato ai cittadini italiani per
poter cambiare l'auto? No, non abbiamo la tecnologia. Purtroppo
abbiamo fatto scelte sbagliate miopi nel passato, ma oggi non
siamo pronti. Serve altro tempo per poterci arrivare", ha
sottolineato.
Sulla revisione delle regole Ue sullo stop al motore a diesel e
a benzina nel 2035 "arrivare al 2026 è troppo tardi, abbiamo
bisogno di risposte molto prima". "Al centro dobbiamo porre come
principio la neutralità tecnologica, perché se lo perdiamo
diventa difficile declinarlo ad altri settori" come "la ceramica
o la nautica", ha spiegato Orsini, evidenziando l'importanza per
l'Europa di agire con "responsabilità sociale" che "deve andare
di pari passo all'industria e alle posizioni geopolitiche degli
altri Stati".
"Non possiamo non pensare di non incrementare il dazio verso
le automobili cinesi" elettriche. "La guerra dei dazi tra Cina e
Stati Uniti penalizza un Paese esportatore come il nostro, però
è anche inevitabile non pensare che comunque noi dobbiamo
difendere le nostre filiere", ha sottolineato, precisando
tuttavia che "bisogna stare molto attenti alla pratica dei
dazi".
"Siamo assolutamente d'accordo e condividiamo questo grido di
allarme del presidente di Confindustria Orsini quando
giustamente segnala che abbiamo davanti a noi scadenze molto
ravvicinate. Bisogna allontanare questo stop ai motori
endotermici fissato al 2035". Così il segretario generale della
Cisl Antonio Sbarra chiede di rivedere i tempi Ue sullo stop ai
motori diesel e benzina. "Pensiamo che questo orientamento di
affrontare nel 2026 la discussione vada anticipato, proprio per
allontanare il rischio che intere filiere industriali e
produttive cadano a pezzi" ha detto parlando dell'industria
automobilistica e di Stellantis. "Bisogna allontanare per
esempio questo stop ai motori endotermici fissato al 2035,
dobbiamo guadagnare più tempo per accompagnare la transizione
attraverso nuove politiche industriali e un rilancio degli
investimenti al fine di evitare che abbia contraccolpi pesanti
sulla struttura industriale e produttiva, dei servizi e ricadute
assolutamente negativi sulla salvaguardia dei livelli
occupazionali" ha affermato Sbarra a margine dell'elezione del
nuovo segretario della Cisl milanese. "Ecco perché pensiamo che
questo orientamento di affrontare nel 2026 la discussione vada
anticipato, proprio per allontanare il rischio che intere
filiere industriali e produttive cadano a pezzi. Quindi pensiamo
che serve allontanare la scadenza del 2035 ma al tempo stesso
bisogna darsi da fare per costruire un visione nuova di politica
industriale, di politica energetica, ambientale, affrontare il
tema della decarbonizzazione ma scongiurando il rischio della
deindustrializzazione- ha proseguito -. Ecco perché l'Europa, il
governo è chiamato ad assumersi responsabilità finalizzate ad
accompagnare una transizione giusta e in alcune filiere e in
alcuni settori, penso all'automotive, anche le multinazionali
devono adoperarsi con strategie più efficaci. Penso a
Stellantis". Parlando del gruppo italo-francese il segretario
generale della Cisl ha osservato che "siamo fortemente
preoccupati perché la produzione sta crollando. Nel terzo
trimestre abbiamo una produzione che si è abbassata del 32/33%.
Stellantis è chiamata a indicare quale è la sua prospettiva di
rilancio dell'automotive nel nostro paese che significa nuovi
investimenti, nuovi modelli, impegni per portare a saturazione
gli impianti e soprattutto tutela e salvaguardia dei posti di
lavoro. Ecco perché chiediamo al governo di unirsi alla nostra
sollecitazione perché Stellantis presenti un serio piano
industriale di rilancio della produzione nel nostro Paese". "Ed
è anche questa la ragione perché le nostre categorie dei
metalmeccanici il 18 ottobre hanno proclamato una giornata di
mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici in tutto il
gruppo Stellantis" ha concluso Sbarra.
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