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Orsini, 'l'Italia non è pronta al passaggio all'elettrico'

Orsini, 'l'Italia non è pronta al passaggio all'elettrico'

Sì ai dazi su auto cinesi. Sbarra: allontanare stop Ue a benzina

BRUXELLES, 03 ottobre 2024, 13:54

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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"Non siamo per presupposto contro l'auto elettrica o contro l'auto ibrida. E' una questione di tempo. Oggi non siamo pronti in modo unitario e infrastrutturale per poter accogliere una tecnologia del genere". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, in una conferenza stampa a Bruxelles.
    "Siamo pronti oggi a una tecnologia totalmente elettrica in tutto il Paese per sostituire 42 milioni di veicoli? Siamo pronti a dare a un prezzo equilibrato ai cittadini italiani per poter cambiare l'auto? No, non abbiamo la tecnologia. Purtroppo abbiamo fatto scelte sbagliate miopi nel passato, ma oggi non siamo pronti. Serve altro tempo per poterci arrivare", ha sottolineato.
    Sulla revisione delle regole Ue sullo stop al motore a diesel e a benzina nel 2035 "arrivare al 2026 è troppo tardi, abbiamo bisogno di risposte molto prima". "Al centro dobbiamo porre come principio la neutralità tecnologica, perché se lo perdiamo diventa difficile declinarlo ad altri settori" come "la ceramica o la nautica", ha spiegato Orsini, evidenziando l'importanza per l'Europa di agire con "responsabilità sociale" che "deve andare di pari passo all'industria e alle posizioni geopolitiche degli altri Stati".
    "Non possiamo non pensare di non incrementare il dazio verso le automobili cinesi" elettriche. "La guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti penalizza un Paese esportatore come il nostro, però è anche inevitabile non pensare che comunque noi dobbiamo difendere le nostre filiere", ha sottolineato, precisando tuttavia che "bisogna stare molto attenti alla pratica dei dazi".
    "Siamo assolutamente d'accordo e condividiamo questo grido di allarme del presidente di Confindustria Orsini quando giustamente segnala che abbiamo davanti a noi scadenze molto ravvicinate. Bisogna allontanare questo stop ai motori endotermici fissato al 2035". Così il segretario generale della Cisl Antonio Sbarra chiede di rivedere i tempi Ue sullo stop ai motori diesel e benzina. "Pensiamo che questo orientamento di affrontare nel 2026 la discussione vada anticipato, proprio per allontanare il rischio che intere filiere industriali e produttive cadano a pezzi" ha detto parlando dell'industria automobilistica e di Stellantis. "Bisogna allontanare per esempio questo stop ai motori endotermici fissato al 2035, dobbiamo guadagnare più tempo per accompagnare la transizione attraverso nuove politiche industriali e un rilancio degli investimenti al fine di evitare che abbia contraccolpi pesanti sulla struttura industriale e produttiva, dei servizi e ricadute assolutamente negativi sulla salvaguardia dei livelli occupazionali" ha affermato Sbarra a margine dell'elezione del nuovo segretario della Cisl milanese. "Ecco perché pensiamo che questo orientamento di affrontare nel 2026 la discussione vada anticipato, proprio per allontanare il rischio che intere filiere industriali e produttive cadano a pezzi. Quindi pensiamo che serve allontanare la scadenza del 2035 ma al tempo stesso bisogna darsi da fare per costruire un visione nuova di politica industriale, di politica energetica, ambientale, affrontare il tema della decarbonizzazione ma scongiurando il rischio della deindustrializzazione- ha proseguito -. Ecco perché l'Europa, il governo è chiamato ad assumersi responsabilità finalizzate ad accompagnare una transizione giusta e in alcune filiere e in alcuni settori, penso all'automotive, anche le multinazionali devono adoperarsi con strategie più efficaci. Penso a Stellantis". Parlando del gruppo italo-francese il segretario generale della Cisl ha osservato che "siamo fortemente preoccupati perché la produzione sta crollando. Nel terzo trimestre abbiamo una produzione che si è abbassata del 32/33%.
    Stellantis è chiamata a indicare quale è la sua prospettiva di rilancio dell'automotive nel nostro paese che significa nuovi investimenti, nuovi modelli, impegni per portare a saturazione gli impianti e soprattutto tutela e salvaguardia dei posti di lavoro. Ecco perché chiediamo al governo di unirsi alla nostra sollecitazione perché Stellantis presenti un serio piano industriale di rilancio della produzione nel nostro Paese". "Ed è anche questa la ragione perché le nostre categorie dei metalmeccanici il 18 ottobre hanno proclamato una giornata di mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici in tutto il gruppo Stellantis" ha concluso Sbarra.
   

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