Il progetto di fusione Honda e
Nissan "non può funzionare". A dirlo è l'ex capo di Nissan,
Carlos Ghosn, fuggito dal Giappone a fine 2019 e in attesa di
essere processato con le accuse di illeciti finanziari,
spiegando che il piano di integrazione tra le due case
automobilistiche giapponesi "vede un potenziale limitato di
sinergie tra le loro attività". Nel corso di una conferenza
stampa online in occasione del quinto anniversario della sua
fuga in Libano, Ghosn - che ha guidato Nissan per quasi due
decenni a partire dal 1999 - ha criticato la sua ex azienda
attualmente in difficoltà, affermando che ha "perso di vista ciò
che sta accadendo nel settore automotive" e accusandola di non
avere una visione per risollevare il crollo delle vendite.
Secondo l'ex tycoon, inoltre "non c'è complementarità tra i due
costruttori, perché sono forti negli stessi settori e sono
deboli negli stessi campi. Ci sono doppioni ovunque. Quindi, dal
punto di vista industriale la fusione non ha senso". L'accordo
di integrazione tra il secondo e il terzo costruttore auto in
Giappone, al quale potrebbe unirsi anche la Mitsubishi,
creerebbe il terzo gruppo a livello mondiale con una produzione
di 8 milioni di veicoli, dietro alla Toyota e alla Volkswagen.
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