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Svelati i 10 segreti della Dacia Sandrider della Dakar 2025

Svelati i 10 segreti della Dacia Sandrider della Dakar 2025

Bolide da 360 Cv semplice, leggero, robusto ma anche sostenibile

ROMA, 24 dicembre 2024, 12:23

Redazione ANSA

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Svelati i 10 segreti della Dacia Sandrider della Dakar 2025 © ANSA/Web

Svelati i 10 segreti della Dacia Sandrider della Dakar 2025 © ANSA/Web

Gli esperti l'hanno già definita 'rivoluzionaria' rispetto agli altri veicoli che partecipano al Rally Dakar nella categoria Ultimate T1+. In perfetta sintonia con i valori che hanno decretato il successo dei modelli Dacia di serie, Sandrider scende in gara puntando su prerogative come semplicità, leggerezza, robustezza e sostenibilità.
Dacia Sandrider è infatti compatta, con una carrozzeria minimale e un motore alimentato a carburante sintetico e - dopo il test al recente Rally del Marocco dove ha ottenuto una storica doppietta con Nasser Al-Attiyah primo e Sébastien Loeb secondo - ha tutte le carte in regola, si legge nel comunicato, per essere tra le prime posizioni nella Dakar.
Al primo posto nell'elenco dei dieci segreti del prototipo Dacia 4x4 (sviluppato assieme alla Prodrive) c'è la leggerezza, una caratteristica che consente di ridurre i consumi e di migliorare la sua agilità in ogni situazione. Il peso totale del Sandrider è inferiore di circa 15 kg rispetto a prototipi comparabili grazie ad un telaio tubolare più leggero, grazie alla eliminazione di tutti i pannelli della carrozzeria non essenziali e con l'impiego della fibra di carbonio per gli altri.
Seconda prerogativa è l'assenza di elementi aerodinamici ingombranti come dimostra la forma del corpo vettura disegnato per produrre una bassa resistenza aerodinamica (e quindi contenere il consumo di carburante) e che dispone di prese d'aria di raffreddamento del motore posizionate strategicamente.
Al terzo punto nei 'segreti' di Dacia Sandrider che il propulsore 3.0 V6 molto compatto e leggero. Eroga 360 CV a 5.000 giri e una coppia massima di 531 Nm a 4.750 giri. Potenza e coppia massime vengono erogate a regimi medi, perfetti per muovere il veicolo sulle dune e garantire la massima affidabilità durante le due massacranti settimane di gara della Dakar.

 

 
Quarta, ma non meno importante, prerogativa del Sandrider è la sua compattezza, al vertice tra i prototipi T1+ come si nota se affiancato a un altro veicolo di questa categoria. La sua lunghezza di 4,14 m è 43 cm più corta di una Dacia Duster stradale. Questa lunghezza complessiva ridotta è il risultato del concetto di veicolo con carrozzeria minimale con ridottissimi sbalzi anteriori e posteriori. Tuttavia il passo di 3 metri si adatta alla presenza degli enormi pneumatici BF Goodrich da 37 pollici.
Al quinto posto nell'elenco dei segreti del prototipo Dacia per la Dakar c'è la compattezza del V6 biturbo collocato assieme al cambio in una posizione anteriore centrale, il che migliora la distribuzione del peso e riduce il volume della parte anteriore.
C'è poi l'impianto elettrico 48 Volt che soddisfa anche nelle condizioni più difficili l'elevata domanda specifica di energia elettrica proveniente dai diversi sistemi della vettura, indipendentemente dal regime del motore- Segreto numero sette, per molti al posto numero uno, c'è l'uso del carburante sintetico fornito da Aramco. E' prodotto combinando l'idrogeno, un elemento rinnovabile estratto dall'acqua attraverso l'idrolisi, con la CO2 catturata dall'ambiente. Si tratta di una soluzione semplice in linea con i valori di Dacia, poiché è conveniente e aiuta a ridurre l'impatto ambientale.
Ottavo segreto di Sandrider è l'innovativo filtro per anti-raggi infrarossi presente all'interno dei pannelli della carrozzeria in fibra di carbonio. Aiuta a isolare l'energia solare dall'interno in modo più efficiente, riducendo il riscaldamento dell'abitacolo quando il veicolo è esposto al sole.
Al punto nove il sistema magnetico inserito in un pannello della carrozzeria per posizionare i bulloni delle ruote. Questa soluzione elimina uno dei rischi durante i frequenti cambi delle gomme per foratura in modo ed evita di perderli nel terreno sabbioso.
Il decimo segreto - in questo caso non connesso alle caratteristiche tecniche - è rappresentato dall'esperienza già fatta in gara da Sandrider (al Rally del Marocco, 2.468 km x tre vetture e quindi 7.404 km di competizione e 1 vittoria) e dal valore del team Dacia composto dai tre piloti Nasser Al-Attiyah, Sébastien Loeb e Cristina Gutiérrez che vantano 5 vittorie assolute e 19 campionati del mondo in diverse discipline di rally. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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