Una riduzione del 30% dei kilojoule,
cioè del contenuto di energia, nel consumo di bevande zuccherate
permetterebbe di invertire l'epidemia di obesità che ha colpito
l'Australia e altri paesi avanzati e di ridurre drasticamente
l'incidenza di malattie legate all'obesità come ictus, diabete e
cancro ai reni. E' quanto emerge da uno studio del George
Institute for Global Health di Sydney (Australia) che ha
eseguito una modellazione sul consumo e sulle conseguenze di
bevande zuccherate, acqua aromatizzata, tè freddo, bevande per
sportivi e sciroppi. "I risultati sono una chiara dimostrazione
del danno causato dalle bevande dolci", scrive su Nutrients la
responsabile del progetto Michelle Crino, specializzata in
scienza e tecnologia alimentare. Una tale riduzione porterebbe
enormi risparmi economici alle strutture sanitarie, grazie alla
prevenzione di numerose morti premature, un terzo delle quali
per diabete, sottolinea Crino, che rinnova la raccomandazione ai
governi d'imporre una tassa sullo zucchero.
Le bevande zuccherate sono da tempo nel mirino delle campagne
per la salute, in particolare nella guerra all'obesità, perché
hanno un'alta densità energetica e scarse qualità nutritive,
quindi saturano di calorie il consumatore senza soddisfare
l'appetito. Tali calorie 'vuote' portano ad aumento di peso, e
l'obesità è un fattore principale di rischio per una serie di
malattie.
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