VENEZIA - E' "un occasione d'oro non solo per divulgare le mie idee ma anche per diffondere la cultura del rispetto dei diritti fondamentali, a partire dalla libertà di pensiero e di scienza".
Lo afferma Roberto Gava, il cardiologo radiato dall'Ordine dei medici di Treviso per la sua posizione sui vaccini, in una intervista al Corriere del Veneto. Gava, comunque continua ad esercitare la professione perché nel frattempo ha presentato ricorso è nulla è definito. "In medicina non esistono certezze assolute - rileva -. Ciò che conta è conoscere bene ogni paziente nella sua storia personale, fisica, psichica, familiare, sociale e ambienta e poi decidere il meglio per lui".
Una tesi, quella espressa da Gava, che è alla base del suo pensiero sui vaccini ai quali non è contrario ma che andrebbero somministrati a seconda dei singoli casi. Sulla radiazione Gava è caustico, sarebbe stato colpito "per le mie pubbliche manifestazioni di pensiero e di scienza e senza che mi fossero contestati concreti pericoli e danni a pazienti" e conclude citando un drammatico esempio "le Brigate rosse dicevano: ucciderne uno per educarli tutti".
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