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Il caffè protegge dal cancro alla prostata, minimo 3 tazzine

Il caffè protegge dal cancro alla prostata, minimo 3 tazzine

Studio italiano, azione confermata in vitro con estratti caffè

ROMA, 26 aprile 2017, 14:08

Redazione ANSA

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Il caffè protegge dal cancro alla prostata, minimo 3 tazzine - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il caffè protegge dal cancro alla prostata, minimo 3 tazzine - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caffè protegge dal cancro alla prostata, minimo 3 tazzine - RIPRODUZIONE RISERVATA

  Dal caffè protezione contro il cancro della prostata: una ricerca condotta dall'IRCCS Neuromed di Pozzilli in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità e l'IRCCS Istituto Dermopatico dell'Immacolata di Roma su 7000 italiani, unita a studi in laboratorio, mostra che il rischio di tumore si riduce di oltre il 50% in chi beve più di tre tazzine al giorno. Sarebbe la caffeina la diretta responsabile degli effetti protettivi.
    Condotto da George Pounis di Neuromed, lo studio è stato pubblicato sulla rivista International Journal of Cancer.
    Alcuni studi recenti avevano suggerito un effetto protettivo della bevanda. In questo nuovo lavoro sono stati seguiti nel tempo i partecipanti allo studio epidemiologico Moli-sani.
    "Analizzando le abitudini relative al consumo di caffè - spiega Pounis - e i casi di cancro alla prostata registrati nel corso del tempo, abbiamo potuto evidenziare una netta riduzione di rischio, il 53%, in chi ne beveva più di tre tazzine al giorno".
    Poi i ricercatori hanno testato l'azione di estratti di caffè (contenenti o meno caffeina) su cellule tumorali prostatiche in provetta. Solo gli estratti con caffeina hanno mostrato la capacità di ridurre significativamente la crescita delle cellule cancerose e la loro capacità di formare metastasi; un effetto che in larga parte scompare con il decaffeinato. Ciò suggerisce che l'effetto benefico è molto probabilmente dovuto proprio alla caffeina, più che alle numerose altre sostanze contenute nel caffè.
    "Dobbiamo tenere presente - commenta Licia Iacoviello, capo del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale - che lo studio riguarda una popolazione del Molise, che quindi beve caffè rigorosamente preparato all'italiana, cioè con alta pressione, temperatura dell'acqua molto elevata e senza l'uso di filtri. Questo metodo, diverso da quelli seguiti in altre aree del mondo, potrebbe determinare una maggiore concentrazione di sostanze bioattive. Sarà molto interessante approfondire questo aspetto. Il caffè è parte integrante dello stile alimentare italiano, che non è fatto solo di singoli cibi, ma anche del particolare modo di prepararli". 
   

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