Il cervello è l'organo forse più affascinante e complesso del corpo umano. Quasi 100 miliardi di neuroni, più di 150mila miliardi di sinapsi e gli assoni, 'superstrade', lunghe fibre di connessione tra le cellule, che coprono una lunghezza totale di 160mila chilometri, più di un terzo della distanza dalla Terra alla Luna. Una macchina perfetta, senza cui non potrebbero esistere la macchina, il cellulare, la radio, il pc ma anche cose forse ancora più dense ancora di significato, come i sogni, l'amore, il senso del bello, i pensieri. Fa impressione pensare che il cervello sia composto da una massa di atomi forgiati miliardi di anni fa nel cuore di stelle lontane. Una cosa che fa dire ai fisici che siamo letteralmente "figli delle stelle". La cosa incredibile è che si siano assemblati in modo proprio da costruire l'organo più articolato. Parte da qui il ragionamento che porta il neurochirurgo Giulio Maira, in un nuovo volume, "Il cervello è più grande del cielo", edito da Solferino, a far fare ai suoi lettori un viaggio affascinante all'interno di questo organo così complesso e straordinario. Un viaggio che porta ad esempio a scoprire che il cervello non smette di imparare per tutta la vita grazie alla plasticità, anche se con l'età molti neuroni si perdono, ed il percorso permette di approfondire il fenomeno della sostituzione sensoriale. Quella che, ad esempio, ha portato Ludwig van Beethoven a continuare a scrivere musica nonostante la perdita dell'udito, o lo scrittore Andrea Camilleri, con la cecità,a"un'esasperazione degli altri sensi e un fiorire incredibile di creatività e memoria". Non può mancare un riferimento ai neuroni specchio, quelli che ci permettono di 'empatizzare'. Per i quali anche se abbiamo già visto la 'Traviata' di Verdi saremo portati a commuoverci ancora. Il volume porta a riscoprire anche il fascino dell'intelligenza e di cosa ci sia dietro (un'anticipazione: non è solo un fatto di Qi, e la noia ha un gran ruolo nella creatività, che all'intelligenza è strettamente legata) e lo speciale mistero legato al sonno, oltre che le 'magie' della memoria. Un capitolo è dedicato anche alle differenze tra uomini e donne. Le prime hanno in generale meno neuroni, ma in alcune aree come quella della corteccia cerebrale legata alla parola presentano una maggiore concentrazione e più connessioni. L'amigdala, custode delle emozioni,nelle donne viene attivata più facilmente dalle sfumature emotive. E un ippocampo più grande permette loro di ricordare i minimi dettagli delle esperienze. Tra metafore, citazioni e storie che il neurochirurgo ha vissuto si potrà poi anche imparare a prendersi cura del cervello e 'allenarlo'.
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