Ogni studio clinico sul cancro fa
risparmiare al sistema oltre 1 milione in cure e assistenza ma
l'Italia è ancora lontana dall'obiettivo di investire in questo
settore il 3% del Pil, come raccomandato dall'Europa, e si ferma
all'1,43% con solo lo 0,5% di investimento pubblico. A puntare i
riflettori sui benedici e le criticità legate all'innovazione è
il convegno 'Valore della ricerca clinica in oncologia,
ematologia e cardiologia', organizzato da Foce (Federazione
degli oncologi, cardiologi e ematologi), che rileva come nel
2021 nel nostro Paese siano state autorizzate 818
sperimentazioni.
Un euro investito in uno studio clinico, sottolineano gli
esperti, ne genera quasi 3 (2,95) in termini di benefici per il
Servizio Sanitario Nazionale. L'effetto leva, determinato dai
costi evitati per l'erogazione a titolo gratuito di terapie
sperimentali e prestazioni diagnostiche alle persone arruolate
nei trial perchè sostenuti dalle aziende sponsor, raggiunge
addirittura 3,35 euro nelle sperimentazioni contro il cancro.
Basti pensare che il costo medio di una ricerca in oncologia è
di 512mila euro, ma quelli evitati sono più del doppio, pari a
1,2 milioni di euro. È stato stimato, soltanto nell'area della
oncoematologia, un risparmio potenziale di circa 400 mln di euro
ogni anno. Cifre che raggiungono alcuni miliardi di euro, se si
considerano tutte le sperimentazioni svolte in Italia. La
ricerca scientifica è "la chiave di volta per garantire a ogni
persona le migliori opportunità di cura e assistenza sanitaria -
afferma in un messaggio il ministro della Salute, Orazio
Schillaci -. Permettere ai pazienti di accedere a farmaci
innovativi in tempi più brevi nonché garantire una maggiore
competitività dell'Italia sono due priorità dell'agenda del mio
mandato".
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