"La ripresa oggi all'Aran delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro di medici, veterinari e dirigenti sanitari ha fatto registrare l'apertura dell'Agenzia rispetto alle nostre richieste. Ma ora si entra in una fase delicata, perché la palla passa alle Regioni che dovranno pronunciarsi sull'intero impianto". Lo dichiarano in una nota Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed e Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed, al termine della trattativa sul Ccnl rlativo al triennio 2019-2021.
I sindacati, quindi, rivolgono un appello alle Regioni affinché le loro valutazioni tengano conto della necessità di garantire un buon contratto alle migliaia di colleghe e colleghi che con il loro lavoro, "svolto in condizioni ormai estreme, continuano ad assicurare l'esigibilità del diritto alla salute".
"Non dimentichiamo che sono proprio le Regioni - proseguono Di Silverio e Quici - che devono garantire i servizi e per questo ci auguriamo che la loro verifica abbia un esito positivo. Soprattutto per gli aspetti da noi più volte ribaditi e imprescindibili relativi all'orario di lavoro, ai fondi contrattuali, al servizio fuori sede, alla rappresentatività e al patrocinio legale". Se invece "non ci saranno le condizioni per raggiungere un accordo soddisfacente tra tutte le parti in causa - concludono - saremo costretti a intraprendere azioni sindacali per tutelare i nostri diritti e quelli dei nostri pazienti".
Verso un aumento netto di circa 100 euro mensili in busta paga
Per cercare di frenare la fuga dei medici dalla sanità pubblica bisogna migliorarne le condizioni di lavoro e la qualità della vita, ma anche migliorarne il trattamento economico. Sul tavolo del confronto tra le sigle sindacali e l'agenzia Agenzia che rappresenta le Pubbliche Amministrazioni nelle negoziazioni, infatti, ci sono solo anche gli aumenti.
Per quanto riguarda gli aumenti, si ragiona su un lordo comprensivo di parte fissa e parte variabile di 248 euro. Ma in busta paga si tradurrebbero in un aumento pro capite di base di poco più di 100 euro netti, il resto è una parte variabile che riguarderà solo una parte dei lavoratori. L'aumento lordo però dovrebbe arrivare a 280 euro per chi ha indennità, come quella appena introdotta, di pronto soccorso che riguarderà circa 6-7.000 medici.
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